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2017 02 27 * medium.com/notizie-radicali * Grazie Biagio De Giovanni per ricordarci di aprire l’abecedario * Maurizio Turco

Nell’articolo “Perché la scissione può fare bene al PD”, apparso su Il Mattino del 26 febbraio, Biagio De Giovanni fa una considerazione d’ordine generale su una regola (minima per il funzionamento di qualsivoglia aggregazione) …

(…) in questione non era la possibilità di tenere dentro un partito contrasti e idee diverse, ma la crisi avviene quando questo contrasto rompe ogni confine, quando non solo dentro un partito se ne forma un altro, ma cade anche la regola (minima per il funzionamento di qualsivoglia aggregazione), che, decisa che sia una cosa da una maggioranza, ad essa, nell’insieme, ci si debba attenere. Finito anche questo minimo, quale la ragione dello stare insieme? A quel punto si può perfino immaginare, con una punta di ottimismo dato lo stato delle cose, che la scissione stimoli il pensiero di chi resta e di chi va via, ciascuno, senza l’altro, dovendo rimotivare se stesso. Dunque non considero un male ciò che è avvenuto, ma piuttosto una necessità che stava dentro le cose e che diventa, forse, una occasione da non sprecare. (…)

A parte la regola (minima per il funzionamento di qualsivoglia aggregazione) … il resto non riguarda il Partito Radicale perché chiunque può iscriversi anche “contro il Partito Radicale”, non può essere espulso per nessuna ragione e sopratutto perché il Partito Radicale ha una sola regola: ci si ritrova a Congresso per stabilire gli obiettivi e su quello ci si organizza.

Chi nel Partito Radicale usa le categorie del “vincere” e del “perdere” non conosce o non vuole che sia conosciuta la storia del Partito Radicale. Chi quella regola minima disconosce, vuol dire che ha smarrito l’abecedario.