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1989 04 07 * La Repubblica * DROGA, AI FERRI CORTI * Silvana Mazzocchi

ROMA Legge antidroga. E' polemica aspra tra socialisti e democristiani e sul problema della lotta agli stupefacenti la maggioranza rischia d'incrinarsi. Craxi non può mischiare minacce referendarie al lavoro parlamentare protesta Nicola Mancino, presidente dei senatori dc la legge è urgente e Craxi ha fatto bene a ricordarlo, ma il calendario ha i suoi tempi. E le sue esigenze fino a prova contraria sono anche figlie del partito socialista. Noi stiamo lavorando e da parte nostra non c'è alcun tentativo di ritardare la legge. E prima di affermare una cosa del genere ci vorrebbe la prova provata. Mercoledì scorso, ad Assisi, Craxi aveva tacciato la Dc di ambiguità ed aveva avvertito che se la legge contro gli stupefacenti non verrà approvata entro breve termine, il Psi porterà il problema dinanzi al popolo. Ieri i senatori socialisti avevano di nuovo chiesto alla Dc di ritirare il proprio disegno di legge che, avevano ripetuto, contrasta su punti essenziali con il testo del governo. Avevano quindi sollecitato la maggioranza a seguire la via della straordinaria celerità che la materia impone. Infine, avevano chiesto ai dc di fare una scelta non equivoca tra la conservazione della perversa categoria della modica quantità, prevista nel progetto dc e l'eliminazione chiara e netta di questa disposizione. Esperienza di associazionismo Replica ora con durezza Mancino: Noi riteniamo che non basti la norma penale contro la tossicodipendenza e crediamo al recupero della persona. Per di più abbiamo tra le nostre fila una esperienza di associazionismo e volontariato che consideriamo molto importante e che si riflette nella nostra proposta. Pretendiamo quindi il rispetto delle nostre riflessioni. Politicamente poi, conclude Mancino non ha alcun senso chiederci di ritirare il disegno di legge. Secca la replica di Rosa Russo Jervolino, ministro dc degli Affari sociali e firmataria della legge antidroga insieme a Vassalli. Il governo sta dando il massimo apporto ad un sollecito esame del progetto di legge. La discussione generale infatti dice Russo Jervolino polemizzando con le accuse di ritardi lanciate dal Psi si è conclusa con l'intervento concorde di ben quattro rappresentanti del governo a dimostrazione dell'importanza in cui viene tenuto il provvedimento. L'allusione di Craxi al referendum ha scatenato intanto una pioggia di reazioni. Assolutamente legittimo ha detto Mino Martinazzoli, capogruppo dei deputati dc è richiamare il Parlamento a dare in tempi accettabili una risposta a una iniziativa del governo di così grande rilievo. Ed ugualmente legittimo è prenotarsi per un appello referendario. Mentre mi sembra distorto mettere le due cose in relazione. Quasi a dire: o vi sbrigate o ci appelliamo alla volontà popolare. Se ci fosse un po' più di cautela sarebbe utile. Ed ha aggiunto Luigi Granelli: Craxi sbaglia a chiedere la ratifica a scatola chiusa di soluzioni prefabbricate sotto la minaccia del referendum... si possono superare seriamente le difficoltà su alcuni punti cruciali se il confronto parlamentare resta aperto e non vincolato a priori... quanto al referendum è meglio non indulgere in scorciatoie in cui l'emotività prende il posto della ragione. Se tra socialisti e democristiani c'è polemica, tra Psi e Pci è ormai guerra. Ad Assisi Craxi aveva duramente criticato i comunisti. Ieri durante una manifestazione promossa dai socialisti romani il segretario del Psi ha ripeuto l'attacco: Qualcuno ha delle gravi responsabilità se si spezza un fronte antidroga che dovrebbe rimanere unito...io chiamo in causa il Pci. E ancora: Due capisaldi marciano divisi e colpiscono uniti: libertà di drogarsi e liberalizzazione. Sempre ieri l'emittente televisiva Retequattro ha reso noto il testo di un'intervista fatta a Ugo Pecchioli. Si vuole davvero senza strumentalismi, condurre una lotta a fondo contro la droga? Si parta da lì ha affermato il presidente dei senatori comunisti invece Craxi ha in mente anche un'altra cosa. Ha in mente di condurre una lotta a fondo per la punibilità del tossicodipendente e noi siamo nettamente contrari a questo. Il tossicodipendente ha concluso Pecchioli è un malato da recuperare alla società civile. Molto tesi anche i rapporti tra Craxi e Pr. Ieri, intervistato da Radio radicale, il segretario del Psi ha escluso la possibilità di un suo confronto pubblico con Pannella sul problema della droga: Mi gratifica di tali e tanti insulti che non ho nessuna voglia di vederlo. Mare di quattrini I radicali, la neonata Lega internazionale antiproibizionista e il Cora minacciano intanto di querelare il socialista Giorgio Casoli. Il senatore del Psi, parlando ad Assisi, si era chiesto da dove arrivassero a questi gruppi politici, che si dichiarano poveri, il mare di quattrini necessari a una simile campagna. Ieri, dinanzi al cinema Adriano, i radicali hanno dato vita a una manifestazione di protesta e il vicetesoriere del Pr, Maurizio Turco, ha fatto distribuire un volantino in cui si chiede a Craxi e a Casoli di voler chiarire il senso di quelle allusioni. Qualora ciò non dovesse accadere dicono i radicali riteniamo sia nostro diritto e dovere garantire al senatore Casoli una sede legale nella quale documentare le sue affermazioni. Un aspro giudizio è stato espresso anche dal vicesegretario del Pr. Ormai è chiaro sostiene Massimo Teodori che c'è uno scontro tra due posizioni di valore ideale... Da una parte il proibizionismo, cioè la repressione dei deboli, dall'altra l'antiproibizionismo. I socialisti hanno scelto per immagine, per tattica, per strumentalità, e spero non per convinzione, la leadership di una frontiera che in altri tempi era dei fascisti. Un commento e una critica alla legge antidroga sono venuti infine dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Raffaele Bertoni. Ascoltato dal comitato ristretto del Senato, Bertoni ha detto che l'Anm, pur essendo d'accordo sul carattere dissuasivo della nuova legge, ha invece perplessità sulle pene ed auspica che venga varata una legge che non contenga, come l'attuale ddl, delle grosse iniquità.