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2001 12 08 * L'Opinione - Europol: per difendere la democrazia si rischia di distruggerla, di Maurizio Turco*

Allargare le competenze della nuova struttura senza stabilire prima i criteri di controllo dei suoi atti avrebbe effetti devastanti ed imprevedibili

Presidente dei Deputati Radicali al Parlamento Europeo, Relatore su Europol per la Commissione dei diritti e delle libertà dei cittadini, della giustizia e degli affari interni

PREMESSA

Nonostante l’ampio spazio dato dai media italiani alla sconfitta inflitta dal Parlamento Europeo al Governo italiano sul pacchetto giustizia (rogatorie, mandato di cattura europeo, nomina dei magistrati italiani all’ufficio europeo antifrode) nessun giornale ha menzionato che quel voto era consultivo. Cioè che non avrà alcun effetto concreto diretto. Ma non solo. Sarà addirittura lo stesso Governo italiano insieme ai Governi degli altri paesi dell’Unione a decidere su quei provvedimenti e ci sarà una decisione solo se ci sarà unanimità.

Questo passaggio non è affatto secondario eppure non è stato menzionato da nessun organo di informazione. Tanto meno da chi -secondo gli "informatori"- avrebbe vinto.

Perché anche i "vincitori" su questo fondamentale particolare tacciono? Perché nessuno vuole chiudere questo circo che ci fa perdere tantissimo in termini di tempo e denaro? Perché questo è il gioco delle parti e le parti in gioco sono i Governi nazionali di ieri, di oggi e di domani e quindi il riserbo -di Governi ed opposizioni che ambiscono ad essere i governanti di domani- è massimo.

L'Unione Europa

Quello che inizialmente era un progetto politico dalle forti aspirazioni democratiche, la Comunità europea, oggi è degenerato in sistema social-buro-partitoratico. Prendiamo ad esempio la mancata nomina dei magistrati italiani all’ufficio europeo antifrode. Il vero scandalo non risiede nel sistema utilizzato per "selezionare" i magistrati italiani. Lo scandalo è che quel sistema di assunzione è il sistema in uso per tutti i magistrati di tutti i paesi. Sarebbe quindi auspicabile che il Governo italiano - nelle more di capire che fare con i magistrati in attesa di tarsferimento - chiedesse che anche (ma non solo) i magistrati antifrode siano selezionati attraverso un concorso (vero) e non per nomina (mascherata da concorso).

Questo è tanto vero che, di fronte alle critiche del Governo italiano, il responsabile dell’ufficio antifrode ha risposto che per la nomina dei tre magistrati sono state rispettate le regole. Ed è verissimo.

In questo quadro il Parlamento europeo, l’unica istituzione europea eletta democraticamente, è destinato a fare la foglia di fico che serve per coprire operazioni e politiche che sarebbero difficilmente proponibili a livello nazionale senza un dibattito approfondito.

EUROPOL, TERRORISMO, DEMOCRAZIA

Per meglio capire la pericolosità di questa politica di "governo" userò come esempio il Rapporto di cui sono stato relatore per la "Commissione Giustizia e Affari Interni", sulle due iniziative del Consiglio riguardanti l'estensione del mandato di Europol alla lotta contro le forme gravi di criminalità internazionale, e sulle regole relative allo scambio di dati a carattere personale tra Europol e Stati ed organismi terzi.

La materia è di estrema sensibilità, importanza e per certi aspetti preoccupazione. Almeno per chi come noi crede che queste politiche non debbano mai prescindere sia dal visto di legittimità e controllo parlamentare che dal rispetto delle regole dello stato di diritto e dei diritti umani e civili della persona. In altre parole la democrazia non puo', non va e non deve essere difesa con strumenti antidemocratici.

Con questo rapporto il Parlamento ha deciso che è indispensabile che ci sia un controllo democratico, giurisdizionale e amministrativo sul lavoro e il funzionamento di Europol. Ma visto che su tutte politiche che riguardano la Giustizia e gli affari interni è solamente consultato, la decisione è un auspicio, un sogno, un desiderio, insomma tutto quello che puo’ venire in mente purché non abbia a che fare con un atto che avrà delle conseguenze concrete.

Ritengo che questo modo di procedere costituisca una ferita inferta alla democrazia europea - se in questi termini possiamo parlare del sistema che oggi regola le Istituzioni dell'Unione - e implica l'impossibilità di avanzare in termini concreti nella realizzazione di uno spazio che sia sì di sicurezza, che sia sì di giustizia, che sia sì di libertà, ma che noi riteniamo debba essere, soprattutto e a priori, uno spazio di democrazia. Infine, ma non è affatto secondario, il sistema consultivo implica uno spreco considerevole di tempo e di danaro.

Tanto è vero che non è la prima volta che il PE viene consultato sulla materia e non è la prima volta che il PE manifesta la necessità di sottoporre Europol a tutti controlli del caso. Il risultato è sempre lo stesso : alle affermazioni di principio non è seguita nessuna concreta iniziativa politica, né del PE, né dei gruppi o partiti politici.

Il controllo di Europol è ancora più necessario nel contesto creatosi dopo l’11 settembre, vista la volontà del Consiglio di aumentare i poteri di Europol per far fronte all'emergenza terrorismo. Altri eventi, come lo scandalo che ha coinvolto un funzionario di Europol che avrebbe sottratto una consistente parte di denaro e sarebbe implicato nel riciclaggio di denaro; la reticenza delle polizie nazionali a trasmettere a Europol i loro dati; la creazione di un gruppo di deputati nazionali ed europei che rivendicano l'importanza di aumentare il controllo democratico su Europol e su tutte le decisioni prese nell'ambito dello spazio di giustizia, libertà e sicurezza, hanno spinto di recente il Consiglio a riflettere sulla necessità di riformare la Convenzione Europol e quindi a chiedere alla Commissione europea di elaborare una comunicazione sul controllo democratico di Europol entro la fine dell'anno. Al momento ci è dato di sapere che il Commissario Antonio Vitorino riterrebbe utile la creazione di una commissione mista di controllo, composta da parlamentari nazionali ed europei.

Il controllo democratico di Europol risulta oggi particolarmente difficile - se non inesistente nella sostanza - a causa di diversi elementi. Innanzitutto Europol si colloca a margine dell'architettura dell'Unione, trovando la sua base giuridica in una convenzione tra gli Stati membri dell'Unione, cosa che rende particolarmente complicato determinare diritti e doveri di tale organo e delle istituzioni tra di loro, e che dà vita a vivaci dibattiti tra Parlamento e Commissione da una parte, e Consiglio dall'altra. Il problema dell'informazione e della consultazione del PE (nonché dei Parlamenti degli Stati membri) sugli atti che riguardano Europol ne è un esempio, col risultato che il PE è consultato sull'aumento dei salari dei funzionari di Europol ma non su documenti ben più importanti quale ad esempio il programma di attività di Europol.
Secondo, al PE sono negati poteri di controllo democratico diretto, ma questo , secondo alcuni, verrebbe esercitato dagli Stati membri attraverso il loro rappresentante in seno al Consiglio di amministrazione nonché attraverso i Ministri in formazione di Consiglio. A questo proposito bisogna rilevare che quindici controlli, in una situazione di limitata trasparenza e di informazione carente dei Parlamenti nazionali ed europeo, rischiano di essere superficiali o vani, oppure di bloccare Europol o limitarne l'efficacia e l'efficienza.

Essendo finanziata dagli Stati nazionali, e non dal bilancio comunitario, il controllofinanziario e di bilancio di Europol non puo' essere esercitato né dal Parlamento né dalla Commissione europea, non potendo così né censurare né indirizzare l'operato dell'organismo.

Ed alla Corte di Giustizia sono negati poteri pieni di controllo giurisdizionale su Europol. Bisogna inoltre notare che i funzionari di Europol godono di una ampia protezione chiamata immunità - ma che ha tutte le caratteristiche dell’impunità - che li protegge anche rispetto al controllo giurisdizionale che potrebbe essere esercitato a livello nazionale.

In questo quadro si inserisce l'aumento progressivo del mandato e dei poteri di Europol. Se all’origine Europol si occupava di criminalità legata alla droga, oggi si vorrebbero allargare a sostanzialmente tutti i tipi di criminalità le competenze di Europol. Inoltre il Consiglio è in procinto :

- di creare équipe comuni di inchiesta,
- di dare ad Europol il potere di domandare agli Stati Membri di aprire inchieste,
- di dare un ruolo più importante ai capi delle unità nazionali di Europol,
- di aumentare le capacità di analisi e la creazione di dossier,
- di creare una cooperazione tra Europol ed Eurojust,
- di strutturare la collaborazione tra Europol e la Task Force dei capi di polizia,
- di estendere l'accesso al sistema di informazioni di Europol,
- di permettere a Europol di accedere al SIS,
- di permettere il sostegno tecnico ed operativo di Europol in operazioni sul campo,
- di promuovere una maggiore diffusione dei dati,
- di permettere la conservazione dei dati personali contenuti nei dossier d'analisi per periodi più lunghi. 

L'aumento progressivo del mandato e dei poteri di Europol prospettato dal Consiglio conferma le considerazioni fatte sull'urgenza e la necessità di assicurare il controllo democratico, finanziario, giurisdizionale di Europol a livello comunitario. Spetta alla Commissione Europea elaborare una proposta di revisione della convenzione Europol secondo i migliori standard e metodi di controllo democratico delle polizie negli Stati membri. Contemporaneamente il Consiglio dovrebbe astenersi dal promuovere un ruolo operativo di Europol fintantoché tali riforme non siano attuate.

CONCLUSIONI

Il funzionamento e l'operato di Europol, come quello delle altre istituzioni intergovernative create nell'ambito della cooperazione di giustizia ed affari interni, sfuggono al controllo democratico e giurisdizionale nazionale ed europeo. Paradossalmente, il processo di integrazione parziale di queste materie, invece che garantire ai cittadini maggiore libertà, giustizia o sicurezza, conculca al contrario i loro diritti e le loro libertà, la loro possibilità di incidere sul processo di formazione delle leggi che li riguardano, o di tutelarsi contro eventuali abusi. Se anche nello spazio di libertà, giustizia e sicurezza non saranno creati meccanismi di controllo e di bilanciamento, e se il controllo parlamentare e giurisdizionale non sarà assicurato come in ogni Stato di diritto, l'Europa, con l'obiettivo di proteggere i cittadini dal terrorismo e dal crimine, rischia di colpire mortalmente la democrazia e di calpestare i loro diritti.