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2002 04 28 * Libero - "Pedofilia nel clero, i radicali si spiegano", di Maurizio Turco e Daniele Capezzone

Carissimo Renato Farina, cari amici di ''Libero'',

innanzitutto grazie per questa opportunità che ci è offerta di chiarire il nostro pensiero sulla questione detta della ''pedofilia".

Primo.
In base ai dati ufficiali forniti dal Censis, su 100 violenze ai danni dei minori, 90 avvengono in famiglia, 8 sono praticate da parte delle cosiddette "figure di riferimento" (insegnanti, religiosi, educatori, …), e solo 2 sono opera di estranei, di persone sconosciute. Quindi, proprio chi ha a cuore la sorte del più piccoli farebbe bene a rendersi conto che la violenza sessuale nei confronti dei minori si sviluppa all'interno (e non contro o fuori) gli istituti sociali tradizionali (la famiglia, la parrocchia, la scuola, e così via, mentre la crociata mediatica e giudiziaria in corso da anni non si occupa che del 2% del problema. Restano invece del tutto intatti e intangibili tabù quali l'incesto o la sessualità dei religiosi, così come, più in generale, nessuno (nemmeno dopo i fatti di Novi Ligure: famiglia cattolicissima madre, cattolicissima figlia cattolicissima) sembra desideroso di interrogarsi sullo stato della famiglia cattolica e ''normale'' italiana.

Secondo.
La crociata in corso da qualche anno e la legge ''antipedofilia'' che ne è stata il frutto hanno portato per un verso alla criminalizzazione dei provider e dello strumento Internet (della serie: proibiamo i marciapiedi perché ci camminano le prostitute....), e per altro verso ad una straordinaria crescita di valore del materiale pornografico a sfondo pedofilo (videocassette, cd rom, ecc.ecc.). E' il consueto meramente repressivo, che non fa che alimentare il mercato criminale che intenderebbe colpire.

Terzo. 
Premesso che i fatti di oggetto delle cronache di questi anni non sono episodi di ''pedofilia'', ma di pura violenza e criminalità, e come tali devono essere considerati e perseguiti, voglio aggiungere che, in termini liberali, è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di "essere", di uno "stato". Ogni orientamento sessuale, ogni preferenza, ogni scelta possono e debbono invece essere perseguiti se e quando si traducono in comportamenti violenti e dannosi per altre persone, minori o maggiori che siano. Non si tratta di difendere il "diritto" di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in tenera età; si tratta di affermare il diritto -senza virgolette- di tutti e di ciascuno a non essere condannati -e nemmeno giudicati- sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i "pedofili" in quanto tali, al contrario, non serve a "tutelare i minori", ma solo a creare un clima incivile, né umano né -vorrei dire- cristiano.

Quarto. 
Per ciò che riguarda i casi di violenze che avrebbero visto come protagonisti alcuni religiosi (e su questo -consenticelo, caro Renato- la tua sintesi delle nostre posizioni ed iniziative è quanto meno lacunosa), per un verso abbiamo detto e ripetuto che non può esserci impunità solo in queste circostanze (essendo chiaro che, anche stavolta, come sempre da decenni, ci faremo carico di difendere le garanzie degli imputati dai linciatori di professione. A proposito, che fine ha fatto Don Fortunato Di Noto?), e, per altro verso, abbiamo posto alla Chiesa -e a ciascun fedele- il problema della libertà, della responsabilità, dell'amore, e quindi anche della sessualità, dei religiosi (la vicenda Milingo insegna).
Tutto qui: e non crediamo che dire questo significhi incorrere in un reato d'opinione. Grazie ancora per questa libera ospitalità.

Maurizio Turco, Presidente degli eurodeputati radicali 
Daniele Capezzone, Segretario Radicali Italiani

 

Risposta di Libero

Gentili amici, il discorso non vuole finire qui. Dunque mi permetto di essere telegrafico e mi perdonerete la lacunosità. Anzitutto sappiate che queste pagine saranno sempre aperte a chi ragiona in modo civile. A del resto ne avete avuto già prova. 
Nel merito. Mi colpisce come considerazioni in linea di principio indiscutibili (ad esempio il terzo punto: non si può condannare nessuno per una tendenza) si puntellino con osservazioni da sociologia deterministica ed infondo illiberale. Uno può benissimo essere anticlericale. Ma che cosa centra Novi Ligure con il fatto che la famiglia era "cattolicissima"? Cari amici che ne sapete: avete l'elenco delle famiglie cattolicissime, e magari di quelle cattoliche appena un pochino? Vi sembra una tendenza pericolosa da condannare in anticipo? Del genere: se uno è pedofilo nessuno lo condanni, ma se è cattolico state in guardia che può ammazzarvi tutti? 
Mi sembra molto poco liberale e assai marxista far risalire il male all'origine sociale e all'appartenenza religiosa. Esiste il mistero della libertà per cui si fa il male oppure no. Se Erika era atea o buddista allora potevamo stare tranquilli? La questiome della sessualità del clero non penso necessiti di mobilitazioni politiche, in fondo sono problemi loro. E se fanno reati allora li si punisca, questo sì. E se hanno certe tendenze è bene non abbiano a che fare con i bambini. O no? re. fa.