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2002 09 14 * Il Foglio - Girotondi e carcere: non si marcia con i boia e i torturatori, di Maurizio Turco e Sergio D'Elia*

Mentre è in corso la giusta e civile iniziativa di tanti detenuti in decine di carceri italiane, c’è chi, nel mondo politico, cerca in modo maldestro (o malsinistro) di metterci il cappello sopra, di strumentalizzare questa azione, associandola al girotondo. I radicali si sono mobilitati sin dagli anni Sessanta sulla realtà delle carceri, come sulla situazione della giustizia, trovandosi contro soprattutto la forza e il potere di coloro che convocano o sostengono le manifestazioni di oggi, i girotondi. C’è anche chi accetta questa situazione, e marcia insieme ai responsabili di questa catastrofe, ai colpevoli della condizione disumana e illegale in cui versano i detenuti italiani. Ma c’è anche chi dice no.

E’ una vergogna la partecipazione alla manifestazione del 14 sulla giustizia promossa dai Girotondi di associazioni che operano anche all'interno delle carceri come Gruppo Abele, Antigone, Arci, Caritas, Ora d'Aria, Conferenza nazionale volontariato e Forum droghe. Ha fatto bene invece l’associazione Papillon, promotrice dello sciopero dei detenuti in corso in oltre 50 carceri italiane, a prendere le distanze nettamente da qualsivoglia girotondo e a diffidare i girotondini che entrano in questi giorni nelle carceri per solidarizzare coi detenuti a collegare la lotta di questi ultimi, vittime anche del giustizialismo di chi gira in tondo il 14 settembre, alla lotta dei loro persecutori.
Non si marcia coi boia e i torturatori! 
E’ un dato di fatto che, per 18 degli ultimi 20 anni, i detenuti italiani sono stati prigionieri di governi di centro-sinistra, i quali non hanno fatto altro che riempire le carceri, maltrattare i detenuti in 41 bis per 8 anni su 10, chiuderli in cella e buttare via la chiave. 
Inoltre, a proposito di girotondi, siamo curiosi di sapere quanti dei promotori o sostenitori della manifestazione del 14 per la giustizia condividano la piattaforma dei detenuti di Rebibbia: se condividano, ad esempio, la proposta di abolizione dell’ergastolo che nelle scorsa legislatura l’allora maggioranza aveva fatto approvare al Senato e poi ritirato in vista delle elezioni; oppure, se condividano l’abolizione del 41 bis che oggi, maggioranza e opposizione vogliono, come un sol uomo, non solo prorogare ma addirittura stabilizzare; oppure se condividano la proposta di indulto sul quale, nell’anno del giubileo, maggioranza e opposizione unite hanno irresponsabilmente e criminalmente illuso i detenuti.

* MAURIZIO TURCO, Presidente degli eurodeputati radicali, e SERGIO D’ELIA,Segretario di Nessuno tocchi Caino, entrambi membri della Direzione di Radicali Italiani