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2004 05 21 * Informagay.it * intervista a Maurizio Turco, Presidente dei deputati della Lista Emma Bonino al Parlamento Europeo 

da www.informagay.it, Lei ha caratterizzato la sua attività parlamentare e politica radicale conducendo una campagna anticlericale. Ha in particolare manifestato in Vaticano a seguito della pubblicazione del documento contrario al matrimonio delle persone dello stesso sesso. Quali azioni è necessario portare avanti in Italia ed in Europa al riguardo, nonché per i diritti GLBT?

Innanzitutto va denunciato ed arginato in Italia ed in Europa lo strapotere e l'ingerenza costante del Vaticano sulla politica, sullo Stato, sulle sue istituzioni, sull'ordinamento giuridico nazionale ed europeo. Questa ingerenza si basa su una ambiguità nutrita dal Vaticano stesso: da una parte è "religione", dall'altra "Stato". Questo significa che ad esempio la Santa Sede è "Stato osservatore all'ONU", e in questa veste esercita pressioni sugli altri Stati contro i diritti umani e le libertà fondamentali, contro la risoluzione ONU sulla condanna delle persecuzioni contro le persone omosessuali, contro la fecondazione assistita, contro la ricerca scientifica, e cosi' via. Dall'altra - come religione - condanna il matrimonio gay, con affermazioni omofobe degne di altri tempi. Abbiamo deciso di smascherare questa ambiguità che è diventata intollerabile, ad esempio denunciando presso la procura di Roma le gerarchie a capo dello Stato del Vaticano per ingerenza negli affari interni dell'Italia e incitazione all'odio omofobico, ma anche raccogliendo le firme al PE su una risoluzione per aiutare la Chiesa a ritrovare la sua dimensione spirituale abbandonando quella materiale, rinunciando allo status di Stato osservatore all'ONU. Abbiamo inoltre denunciato l'imbroglio dell'8 per mille, attraverso il quale lo Stato raccoglie fondi in modo ingannevole da destinarsi in gran parte per il mantenimento delle strutture e del clero e non agli aiuti come viene invece affermato. 
In Europa la Chiesa ha tentato di introdurre le "radici cristiane" nella Costituzione europea. Al fine di scongiurare tale eventualità, ho raccolto le firme di alcune centinaia di deputati europei e nazionali contrari a tale riferimento. Ma rimane ancora l'articolo 51 nel progetto di Costituzione europea, che afferma che l'UE rispetta e riconosce lo status e le prerogative delle Chiese riconosciute a livello nazionale. Questo crea il rischio di far prevalere i privilegi della Chiesa sui diritti fondamentali dei cittadini europei, e per tale motivo va eliminata. 
Inoltre non bisogna dimenticarsi che nel mondo la Chiesa cattolica ha gravissime responsabilità: con le sue politiche sugli anticoncezionali nel terzo mondo spinge soprattutto le persone più povere ed analfabete a fare figli senza potere garantire loro la sopravvivenza. Con la sua politica sui preservativi ostacola le politiche anti-AIDS, e le menzogne che i suoi rappresentanti diffondono in merito alla loro inefficacia nel bloccare la trasmissione del virus sono scandalose e criminali.
In definitiva, il principio della separazione tra Stato e Chiesa è fondamentale in una democrazia. Non si puo' permettere che in uno Stato il "peccato" diventi "crimine", altrimenti si trasformerebbe in una teocrazia.

Sulla libertà di movimento anche per le coppie legalmente riconosciute in Europa avete ingaggiato una battaglia con le altre istituzioni ed all'interno del PE, depositando poi una opinione di minoranza. Perché?

Perché il Parlamento europeo poteva decidere di allargare la definizione di famiglia alle coppie dello stesso sesso a livello europeo, ma grazie all'opposizione dei popolari e della destra - Forza Italia e AN - nonché all'inversione ad u dei socialisti - DS inclusi - i nostri emendamenti che chiedevano questo sono stati rigettati in seconda lettura. Dicevamo assieme a Cappato nella nostra opinione di minoranza alla relazione Santini sulla direttiva sulla libera circolazione nella UE: "Su consiglio del relatore, la commissione libertà e diritti dei cittadini ha fatto retromarcia su numerosi, fondamentali emendamenti approvati dal PE in prima lettura, piegandosi al ricatto Consiglio che aveva minacciato il PE affermando che ogni emendamento al testo avrebbe comportato il congelamento dell'iter legislativo. La nostra commissione ha in particolare rigettato quegli emendamenti da noi ridepositati sulla definizione di "famiglia", volti a riconoscere il principio del mutuo riconoscimento tra gli Stati membri in particolare permettendo alle coppie, a prescindere dal sesso dei partner, di potere circolare liberamente sul territorio dell'UE. Si accetta cosi' la discriminazione delle coppie omosessuali, ed in particolare di quelle ove uno dei due partners é cittadino extra-comunitario: questo, sebbene legalmente sposato o unito civilmente in uno dei paesi che lo permettono, varcate le frontiere perderà i diritti acquisiti. Neppure i passi indietro rispetto alla definizione di discendente diretto, all'esercizio ed alle condizioni di circolazione e soggiorno, ai tempi per acquisire il diritto di soggiorno permanente, all'espulsione, sono per noi accettabili. Il PE, per l'ennesima volta, si arrende di fronte al Consiglio, rinunciando agli ideali politici sventolati della prima lettura per passare alla posizione "pragmatica" - in realtà semplicemente pavida ed arrendevole - della seconda lettura." (disponibile su http://www2.europarl.eu.int/omk/sipade2?PUBREF=-//EP//TEXT+REPORT+A5-2004-0090+0+DOC+XML+V0//IT&L=IT&LEVEL=1&NAV=S&LSTDOC=Y)

In numerosi paesi del mondo le persone sono perseguitate in ragione del loro orientamento sessuale. Quali iniziative si possono prendere al PE per assicurare che nessuno sia perseguitato per questo?

E' un altro aspetto sul quale mi sono concentrato nel corso di questa legislatura: le relazioni dell'UE con i regimi anti-democratici. Negli accordi internazionali tra UE e Stati terzi è inserita una "clausola democratica" che afferma che se una delle due parti non rispettasse i diritti umani l'accordo potrebbe essere sospeso. Ma tale clausola, contrariamente a quanto ripetutamente richiesto dal PE su nostra iniziativa, non viene utilizzata. E' intollerabile che la Commissione ed il Consiglio continuino a chiudere gli occhi davanti alle violazioni dei diritti umani negli Stati coi quali ha relazioni di tipo commerciale, economiche, diplomatiche e politiche. Anche sul fronte della politica UE sui diritti umani nel mondo il lavoro da fare, anzi da continuare, è tanto.

Cosa si può fare dal Parlamento Europeo per migliorare la tutela dei diritti civili delle persone omosessuali e transessuali in Italia? 

Sul fronte dei diritti umani nell'UE è necessario continuare a fare quanto abbiamo fatto fino ad oggi: lottare contro le ingerenze e i privilegi delle Chiese a livello europeo e nazionale; sollecitare la regolamentazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso, l'adozione, l'applicazione del principio del mutuo riconoscimento alle coppie gay al fine di permettere la loro libera circolazione senza discriminazioni, l'asilo politico per i perseguitati a causa del loro orientamento sessuale, la politica anti-discriminazione dell'UE in tutti i settori.