Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

2008 02 29 * Il Mattino * Di Pietro: fuori i nomi degli evasori. E' scontro. Lo scandalo del Liechtenstein. Veltroni: «Faremo tornare in Italia i soldi dei furbi». Fi: «Chieda ai Ds» * Antonio Troise

«Fuori i nomi dei politici che hanno conti nel Liechtenstein». Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, torna a vestire i panni dell'ex pm e chiede al ministero dell'Economia di rendere nota la lista consegnata qualche giorno fa all'Agenzia delle Entrate con gli italiani che avrebbero frodato il fisco depositando capitali negli istituti del urincipato. «Vorrei evitare sostiene caustico il ministro delle Infrastrutture che chi verrà eletto nasse più tempo negli uffici del fisco e del tribunale piuttosto che in Parlamento».

Nella sede di piazza Mastai del viceministro delle Finanze, Vincenzo Visco, l'ordine della riservatezza è assoluta. Ma, nei Palazzi della politica, si susseguono voci e indiscrezioni, un taro tam reso ancora più insistente dalla campagna elettorale. Tanto che c'è chi si «autodenuncia», come il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, che spiega di aver lavorato per alcuni anni nel Liechtenstein e di avere quindi un conte, «dormiente» in una delle banche ciel principato. Un deposito di «tremila euro». Come a dire, niente da nascondere. Parole che non hanno convinto il parlamentare radicale, Maurizio Turco prima aveva chiesto a Visco se nella lista ci fossero noni di politici in carica. E ,the ora replica alle parole di Buttiglione sulle garanzie offerte dal principato contro il riciclaggio di denaro sijorco. «Sono altrettanto rigorosi ari che sui fondi neri dei partiti?», chiede polemicamente l'esponente della Rosa nel Pugno. Ma il pressing sul ministero dell'Economia per conoscere la «black lisi» degli evasori è diventato sempre più forte. Da Bertinotti a Fassino, il messaggio è chiaro: meglio far conoscere subito ]'elenco per fermare un nuovo gioco al massacro, fatto di «veline e veleni», sentenzia l'ex leader dei Ds. Più duro il presidente della Camera che propone di «esporre al pubblico ludibrio» gli evasori. Mentre il sottosegretario all'Economia, Mario Lettieri, spara a zero: «Chi evade o esporta in maniera illecita i capitali all'estero sta rubando pezzi di futuro ai nostri giovani». In campo anche il segretario del Pd, Walter Veltroni, che se la prende con la politica dei condoni,, «l'unica cosa che è riuscita a fare il centrodestra. Vorrei un Paese - aggiunge - che mentre contrasta quei furbacchioni che sono andati a portare isoldi in Liechtenstein eviti di tartassare tanti piccoli imprenditori e artigiani. Faremo tornare in Italia i capitali esportati illecitamente». La replica di Forza Italia non si fa attendere: «Se Veltroni ha qualcosa da dire sui conti all'estero - attacca l'esponente azzurro - penso che gli convenga prima informarsi bene all'interno del suo ex partito e nei mondi collaterali a esso».

Nel centrodestra, c'è il timore che la «bomba» Liechtenstein possa scoppiare nel momento più caldo della campagna elettorale, provocando una nuova ondata giustizialista. Ma nel quartier generale di Visco si vuole invece procedere con estrema cautela. Anche perchè, spiegano all'Agenzia delle Entrate, non è detto che chi ha un conto all'estero sia automaticamente un evasore. «Bisogna prima verificare se ha denunciato o meno nell'apposito modulo della dichiarazione dei redditi il suo deposito». Ma non basta. A suggerire cautela ci sono altre due considerazioni. La prima: la lista è composta per lo più da persone fisiche, che potrebbero risultare alla fine solo dei prestanome. La seconda: l'elenco consegnato dagli 007 della Germania potrebbe non essere- esaustivo. Anzi, non si esclude neanche l'ipotesi dì una seconda lista che comprenda tutti i conti accumulati dagli italiani nei caveau del principato. Insomma, per conoscere i nomi bisognerà attendere ancora. Inoltre, una volta accertati gli illeciti, l'Agenzia dovrà prima di ogni altra cosa denunciarli alla magistratura, che dovrà avviare le indagini. Solo a quel punto potrebbero scattare gli avvisi di garanzia e quindi si dovrebbero conoscere i primi nomi dei potenziali evasori. «II lavoro non sarà nè semplice nè breve» , ha confidato ieri lo stesso Visco ai suoi più stretti collaboratori.