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2009 08 13 * Il Corriere della Sera * PD Maurizio Turco «E’ facoltativa, non può pesare sugli scrutini» * Giovanna Cavalli

ROMA - Il ministro ha già pronto il ricorso al Consiglio di Stato. 

«Ogni volta che in Italia si parla di insegnamento della religione cattolica ecco il solito conformismo del governo e del Paese. Quante reazioni scomposte. La Cei per esempio, che incassa un miliardo di euro all’anno con l’8 per mille. Non può mettere in discussione una decisione dello Stato», dice Maurizio Turco, radicale eletto alla Camera per il Pd.


Lei sta con il Tar. 

«Sicuro. Per me questa è una sentenza dovuta, anche se inaspettata. Ristabilisce la prevalenza delle norme costituzionali contro una prassi prevalente». 


Quale? 

«Quella che gli insegnanti di una materia non obbligatoria possano partecipare come gli altri agli scrutini. E determinare il giudizio finale sull’alunno». 


Sono professori come gli altri. 

«Se per questo, anche se non se ne parla, vengono pagati più degli altri. Ma la materia resta facoltativa e loro non devono essere presenti. Lo strano è che ci sia voluta una sentenza del Tar del Lazio per ristabilirlo».


Però la scelgono 91 studenti su 100. 

«Non vuol dire niente». 


Ma sono studenti che restano in classe, gli altri vanno a casa, non è giusto premiarli? 

«No. Che le scuole offrano materie alternative». 


C’è la possibilità che il Tar venga smentito. 

«Se il Consiglio di Stato dovesse decidere così, allora spero che si arrivi davanti alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. E che si dica basta a un pregiudizio al contrario».