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2009 11 19 * la Discussione * TURCO, PD «In Giunta  voterò no sull'arresto» 

Lunedì scorso a La Discussione aveva confidato in esclusiva tutte le sue perplessità sull'affaire Cosentino e sul provvedimento di custodia cautelare. Ieri mattina, a margine della riunionedella Giunta, ha ribadito il concetto in maniera ancora più circostanziata. «Posso solo votare no» alla richiesta di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario Nicola Cosentino. A parlare è il deputato Maurizio Turco, radicale eletto nelle liste del Pd. Ciò che emerge dalla documentazione pervenuta alla Giunta - ha spiegato in un'intervista a Radio Radicale - perché «sulla base di quella documentazione»è chiamata a decidere, e che Cosentino «ha avuto a che fare con imprenditori» in quella che Turco definisce «un'intensa attività partitocratica», ma è un «problema politico, ,di sistema. Se è previsto che in un consorzio pubblico i membri del consiglio d'amministrazione siano determinati dalla politica, è chiaro che se uno è deputato, o consigliere regionale, non solo è in grado condizionare, ma quella nomina gli spetta, direttamente o influenzando chi politicamente è vicino a lui». Già il reato contestato, di associazione esterna ai sensi dell'articolo 416bis è «labile», ha osservato il deputato del Pd, ma «a parte le dichiarazioni dei pentiti non ho trovato null'altro nelle carte». Eppure, il primo pentito è del '96, ma nel frattempo non sembrano essere emersi riscontri. Dalle carte emergono «i mali della partitocrazia», che andrebbero contestati a Cosentino e non solo a lui, ma «non c'è un riscontro di una telefonata di Cosentino con, non dico un camorrista noto... Ci sono telefonate con questi imprenditori e parlano di impresa». Il "dato camorristico" di questi imprendi tori «viene dopo» i contatti con Cosentino che risultano dalle carte. «Nel momento in cui Orsi è camorrista - presunto tale - le telefonate Cosentino-Orsi sono già finite, non ci sono più» nella carte. E, anche se fosse, «era libero, poteva partecipare agli appalti pubblici, aveva certificati antimafia». Piuttosto, ha concluso Turco, «avrei da far domande ai magistrati sul modello di inchiesta», perché «mi è parso di rileggere le pagine del processo Tortora».