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2012 12 13 * Corriere della Sera * Lo IOR e il «no» della Banca d’Italia alle filiali * Maria Antonietta Calabrò    

(m.a.c.) «La Banca d’Italia non ha autorizzato lo IOR a operare sul territorio della Repubblica italiana tramite succursali, ovvero in regime di prestazione di servizi senza stabilimento». Lo ha riferito il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, rispondendo in commissione Finanze della Camera a un’interrogazione di Maurizio Turco (Pd-radicali).

«Le banche extracomunitarie» (qual è lo Ior) ha ricordato Ceriani, sulla base del Testo unico bancario «non possono operare in Italia tramite succursali, ovvero in regime di prestazione di servizi senza stabilimento, se non previa autorizzazione della Banca d’Italia». Dato che - com’è noto - non ci sono filiali o sportelli bancari dello IOR (la cosiddetta banca vaticana, ndr) nel nostro Paese, il problema sta tutto nelle parole «regime di prestazione di servizi senza stabilimento».

Perché, come ha ricordato Turco nella sua interrogazione, nel rapporto del 4 luglio 2012, il Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa, a pagina 30, ha affermato che «l’IOR svolge come impresa una o più delle attività o operazioni per o per conto di un cliente - elencate nella definizione di “istituzione finanziaria” del glossario del GAFI».

Presso la filiale di Milano di JPMorgan, ad esempio, era stato aperto nel 2009 un conto IOR dove, in poco più di 18 mesi (presidente Ettore Gotti Tedeschi, direttore generale Paolo Cipriani) era transitato oltre un miliardo di curo. Il conto (un sweep account, in se del tutto normale nella prassi anche per privati) è stato chiuso, su iniziativa di JPMorgan, nel febbraio di quest’anno, tre mesi prima della defenestrazione di Gotti dalla presidenza.

Secondo quanto ipotizzato dalla magistratura JPMorgan si decise a questo passo quando si rese conto che gli inquirenti si stavano interessando con continuità della situazione della “banca” vaticana. I magistrati hanno cominciato ad indagare nell’ipotesi che su quel conto possono essere transitate tangenti.

«Fu la JPMorgan a chiedere a IOR di aprire il “conto secondario” la cui clausola contrattuale era stata avallata dall’Autorità di vigilanza italiana», ha detto il 28 giugno scorso durante l’open day presso lo IOR, il direttore Cipriani. Ieri Vieri Ceriani ha detto che IOR non aveva in ogni caso l’autorizzazione ad operare in Italia.