«Nel disegno di legge di recepimento del nuovo concordato de11984 sottoscritta dal Presidente del Consiglio Craxi e, tra gli altri, dal Ministro dell’Interno Scalfaro si dà conto che per la Commissione paritetica Italia-Conferenza episcopale italiana: «Quando ... l’ente (ecclesiastico) svolga attività come quelle di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura e, in ogni caso, attività commerciali o comunque a scopo di lucro, queste attività agli effetti civili NON sono considerate come attività di religione o di culto».
Per Maurizio Turco, tesoriere del Partito
											Radicale che ne1 2006 ha firmato il ricorso alla commissione europea contro l’esenzione
											del pagamento delle tasse sugli immobili per le scuole paritarie, lo scandalo
											parte da quell’accordo fra Chiesa e Stato mai onorato dai governi italiani.
Una responsabilità gravissima
											che non ha nulla a che vedere con la libertà di educazione perché se ci sono
											due concorrenti che svolgono la medesima attività e solo uno paga le tasse è
											solo concorrenza sleale. L’Italia è stata obbligata a cambiare la legge e per
											due volte lo ha fatto senza mai centrare l’obiettivo. Anche l’Europa ha le sue
											responsabilità, ma quelle maggiori non sono della Chiesa, sono dello Stato
											italiano. Le scuole paritarie non confessionali l’Ici l’hanno pagata e l’Imu la
											pagano. 
Rileggendo la storia del ricorso dei Radicali,
											anche l’Europa ha fatto melina.
Abbiamo già denunciato anche la
											Commissione europea. 
Che cosa succede ora che la Cassazione ha dato
											seguito alle conclusioni della commissione paritetica dell’84?
Ogni Comune deve chiedere i soldi
											che gli spettano fino ai cinque anni precedenti. Se i sindaci non li reclameranno
											incorreranno in un danno erariale. Basterà un ricorso alla Corte dei conti e i primi
											cittadini ci rimetteranno di tasca propria. 
Secondo una ricerca dell’Anci (associazione
											nazionale dei comuni italiani) il gettito che entrerebbe nelle casse dei Comuni
											può sfiorare il miliardo di euro. A Roma, secondo i calcoli dell’ex sindaco
											Alemanno ne arriverebbero 25. Immagina che Marino presenterà il conto al
											Vaticano?
Roma non lo farà, ne sono sicuro.
											Il Vaticano, anche in vista del Giubileo batterà cassa chiedendo compensazioni che
											le casse pubbliche non possono elargire. Finora hanno taciuto tutti, dagli albergatori
											alle scuole paritarie non convenzionali che pagano e stanno zitti. Ma il Comune
											sa a che cosa rinuncia. Come lo sa l’Agenzia delle Entrate. La libertà di educazione
											droga il dibattito, non c’entra nulla. Finora è stata concorrenza sleale e quelli
											che hanno taciuto lo hanno fatto perché sapevano di aver di fronte un potere che
											si è fatto valere. Ora più che mai non staremo a guardare. La Cassazione non interpreta
											la legge. E’ la legge.