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2013 03 02 * COSENTINO in carcere / Ecco perché Casertace e i Radicali ritengono che sia una bestialità giuridica * Gianluigi Guarino

Fonte: http://www.casertace.net/cosentino-in-carcere-ecco-perche-casertace-e-i-radicali-ritengono-che-sia-una-bestialita-giuridica/ 

Lo può dire il sottoscritto, primo irriducibile spietato avversario della politica di Nicola Cosentino in questa provincia. Lo possono dire i Radicali che mai hanno fatto caso all’identità della persona che sta subendo un sopruso, ma hanno assunto posizione vivisezionando le carte sino all’ultima sillaba. 

CASERTA - Di tutto, ma sarebbe bene dire, quasi di niente, si possono rimproverare i radicali di Pannella, eccettuato il rilievo di aver avuto mai mani in pasta, di essersi relazionati a gente con i quattrini, di aver sponsorizzato tesi a favore di questo o di quel potente.
Quando i radicali che sono gli unici autentici liberali di questo paese, associano i loro commenti a una storia giudiziaria lo fanno dopo aver letto, studiato, centellinato le carte fino all’ultima virgola, passando le stesse sotto la lente di ingrandimento di un codice penale che conoscono molto meglio di tanti giudici e di tanti magistrati.
Garantisti per ideologia, ma non certo per definizione, nel senso che il garantismo dei pannelliani consiste nell’applicazione pedissequa, mai estensiva, mai relativisticamente interpretativa dei codici. Insomma, Diritto integrale, al di là di chi ci sia sopra o dentro alle storie giudiziarie.
Ora non vogliamo certo dire che, avendo i Radicali in questi giorni preso posizione a favore di Nicola Cosentino, quest’ultimo possa diventare un secondo caso Tortora.
No, non è così. Chi scrive che è, e non lo nasconde, un simpatizzante di Pannella e dei Radicali, bollerà di infamia a vita il politico Cosentino. Ma il cittadino Cosentino è un’altra cosa. Il cittadino Cosentino soggetto di diritto ha, appunto, il diritto di essere indagato, di essere processato, anche di essere incarcerato, ma dentro una visione valutativa logica, rigorosamente collegata all’applicazione dei codici e delle leggi, non certo per effetto di valutazioni pregiudiziali, di estensioni iper-discrezionali degli elementi costitutivi delle esigenze cautelari.
E allora, non possiamo non considerare la presa di posizione del parlamentare uscente e, naturalmente, non rientrante (i radicali sono rimasti fuori dal Parlamento perché questa è un’italietta) Maurizio Turco un fatto serissimo. Se, infatti, uno come Turco che ha nutrito forti dubbi sino a giuridica arrestabilità di Nicola Cosentino, sin dai tempi dei voti parlamentari, oggi, sabato, fa capire, di fronte al parere negativo, fornito dal Pm della Dda Antonello Ardituro, che l’arresto di Cosentino viene considerato una sorta di punto d’onore, un’accusa molto complessa, ampia, articolata, sfaccettata, che nelle aule giudiziarie non è stato ancora dimostrato, allora, almeno agli occhi del sottoscritto, che dell’onestà materiale e intellettuale dei radicali ha una considerazione sacrale, la vicenda giudiziaria di Cosentino assume un altro significato.
Per il momento ci fermiamo qui, ma questo nei prossimi giorni sarà un argomento su cui ritorneremo, perché il peggior politico del mondo, il politico che magari ha avuto effettivamente la simpatia e l’appoggio della camorra non può andare in galera se le motivazioni cautelari che dovrebbero essere di per se eccezionali non sono granitiche e in questo caso trattandosi di misure ormai datate, questa graniticità non c’è, almeno che il tratto della referenzialità rispetto agli interessi del clan, posto alla base del suo diniego dal Pm Ardituro, non diventi un elemento cautelare quando invece siamo chiaramente di fronte a un elemento processuale.
Ah, ‘sti Pm prestano il fianco sul piano della considerazione e del rispetto del diritto. Poi non si possono lamentare che il Cavaliere prende i voti parlando male di loro.

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QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTA DEL PARLAMENTARE USCENTE DEI RADICALI MAURIZIO TURCO

“Con tutto il rispetto dovuto ai Pm di tutto il mondo non ho mai avuto dubbio alcuno, mai, che Nicola Cosentino sarebbe finito in galera. Se così non fosse stato non sarebbero state comprensibili né la prima e né la seconda richiesta di arresto e non va esclusa la terza, già scritta nella seconda. Infatti, quando si profetizza per Cosentino la carica di “referente politico nazionale dei casalesi” solo se va in carcere la profezia si avvera.

D’altronde se un Pm ritiene che hai un potere relazionale e che sei in grado di utilizzarlo a favore della camorra non puoi che finire in galera. Penso che quando ci sarà il tempo di leggere le carte ci stupiremo di come si sia potuto accettare tutto questo. Il caso Cosentino è un caso da iscrivere nel libro nero della giustizia italiana.”