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2002.07.04 * Verbale della Conferenza dei Presidenti in cui si discute sul seguito da dare alla Risoluzione

PE-5/CP/PV/2002-20

CONFERENZA DEI PRESIDENTI

PROCESSO VERBALE
della riunione di giovedì 4 luglio 2002
dalle 14.30 alle 17.00
Edificio Louise WEISS – Sala R 1,1
Strasburgo

(...)

3.1 Lettera dell’on. TURCO, in data 1° luglio 2002, concernente una proposta di risoluzione a norma dell'articolo 108

La Conferenza dei presidenti

- prende atto della proposta di risoluzione, presentata a norma dell’articolo 108 del regolamento, in cui si invita la Commissione ad intraprendere l’azione prevista dall’articolo 7, paragrafo 1, del TUE, nei confronti della Repubblica italiana per l'assenza del plenum costituzionale alla Corte costituzionale e alla Camera dei Deputati (B5-0314/2002, PE 316.614);

- prende atto della lettera summenzionata (PE 320.802/BUR);

- ascolta un intervento del Presidente che dà lettura dell’articolo 7 del trattato sull’Unione europea;

- ascolta un intervento dell’on. TURCO, deputato non iscritto, che afferma di basarsi sull’articolo 108 del regolamento interno del Parlamento europeo. Egli constata che un decimo dei deputati al Parlamento europeo ha firmato la proposta di risoluzione. La Conferenza dei presidenti deve prendere una decisione sulla base dell’articolo 108. Le violazioni in questione sono, in primo luogo, la vacanza, da diciassette mesi, di due seggi su quindici alla Corte costituzionale italiana e, in secondo luogo, la vacanza persistente, da un anno a questa parte, di numerosi seggi alla Camera dei Deputati italiana. Per di più, da cinque giorni manca un giudice al Consiglio superiore della Magistratura. Non ci può essere alcun dubbio che si tratta di violazioni ripetute e continuate nel tempo;

- ascolta un intervento dell’on. POETTERING, presidente del gruppo PPE-DE, che si dichiara sorpreso da tale iniziativa. Il Parlamento europeo deve rispettare lo stato di diritto negli Stati membri, indipendentemente dal fatto che si approvi o no un determinato governo. L’Italia dispone senza alcun dubbio di uno stato di diritto e di una democrazia che funzionano. Sarebbe un segno di arroganza, se il Parlamento europeo si elevasse a giudice a seguito di eventuali carenze in uno Stato membro. Spetta agli Stati membri risolvere questo genere di questioni. I fatti esposti non si prestano ad essere qualificati come violazione grave di principi democratici a norma degli articoli 6 e 7 del TUE. Egli sconsiglia di avviare tale azione, soprattutto nel contesto attuale della Convenzione, dove il sostegno degli Stati membri è indispensabile, e si pronuncia contro il deferimento all’Aula.

- ascolta un intervento dell’on. COHN-BENDIT, copresidente del gruppo Verts/ALE, che propone di deferire per parere la questione, sulla base dell’articolo 108, alla commissione per gli affari costituzionali;

- ascolta un intervento dell’on. WATSON, presidente del gruppo ELDR, che afferma di sostenere le dichiarazioni dell’on. POETTERING. Non si tratta di una violazione grave e persistente ai sensi del trattato UE. Facendo un casus belli della questione, si rischiebbe di non esser presi sul serio se e quando si verificasse una violazione grave e persistente. In passato, il Parlamento ha preso tutta una serie di misure contro taluni paesi, manifestando seria preoccupazione a causa di determinati sviluppi, come nel caso dell’Austria. Se, per contro, la commissione per gli affari costituzionali desidera occuparsi della questione, essa avrebbe tutto il diritto di agire nell’ambito delle proprie competenze e di chiedere alla Conferenza dei presidenti l’autorizzazione ad elaborare una relazione d’iniziativa;

- ascolta un intervento dell’on. SWOBODA, presidente f.f. del gruppo del PSE, il quale dichiara che non sono soddisfatte le condizioni per l’avvio di questa procedura. Il fatto che potrebbero esserci dei problemi in tutti gli stati di diritto è un’altra questione. Egli propone che il Presidente informi il presidente della commissione per gli affari costituzionali e che quest’ultimo decida in collaborazione con i coordinatori se la problematica debba essere oggetto di un parere. In ultima istanza, la commissione affari costituzionali potrebbe esprimere un giudizio sul merito della questione;

- ascolta un intervento dell’on. BLOKLAND, copresidente del gruppo EDD, il quale dichiara che la questione è abbastanza seria, ma che non dovrebbe essere oggetto di un esame da parte della Conferenza dei presidenti. Afferma di condividere il parere degli onn. POETTERING e WATSON e che il Parlamento europeo non è competente in materia;

- ascolta un intervento dell’on. PUERTA, presidente ff. del gruppo GUE/NGL, che dichiara di condividere il parere della maggioranza dei suoi colleghi. Questa problematica costituzionale non dovrebbe essere sollevata direttamente all’interno del Parlamento europeo. Spetta alle istituzioni italiane risolvere la questione ed è opportuno esaurire tutte le possibilità di dibattito e di decisioni interne. Se la commissione per gli affari costituzionali chiedesse di elaborare una relazione, potrebbe farlo;

- ascolta un intervento della on. GARAUD, deputata non iscritta, che si chiede se il dibattito italiano e le procedure interne siano stati veramente esauriti o se siano talmente insoddisfacenti da giustificare un intervento del Parlamento europeo;

- ascolta un intervento del Presidente il quale afferma che il Presidente della Camera dei Deputati italiana, on. CASINI, l’ha informto che, invece dei 630 deputati previsti dalla Costituzione, ne sono stati nominati solo 618. Una commissione speciale, la « giunta delle elezioni », competente per la verifica dei poteri e le questioni elettorali, ha tenuto 14 riunioni dopo le elezioni. La Camera discuterà la problematica il 15 luglio 2002, sulla base di una relazione della giunta delle elezioni. L’articolo 17 del regolamento interno della Camera prevede che la giunta presenti una relazione all’Aula al più tardi 18 mesi dopo le elezioni. Dato che le elezioni hanno avuto luogo il 13 maggio 2001, il termine viene a scadenza il 13 novembre 2002. Le procedure interne sono dunque rispettate;

- ascolta un intervento dell’on. TURCO, deputato non iscritto, che richiama l’attenzione sulle dichiarazioni dell’ex Presidente della Repubblica italiana, COSSIGA, e su quelle dell’attuale Presidente della Repubblica, CIAMPI. Il suo problema principale è quello di non aver ricevuto alcuna risposta ufficiale alle sue proposte di risoluzione. L’assenza di plenum costituzionale nel Consiglio superiore della Magistratura potrebbe rendere necessaria un’altra proposta di risoluzione. Egli ribadisce che la sua iniziativa si fonda sull’articolo 108 del regolamento;

- ascolta un intervento del Presidente il quale sottolinea che l’articolo 108 conferisce alla Conferenza dei presidenti la competenza di valutare l’opportunità di tale iniziativa;

- ascolta un intervento dell’on. POETTERING, presidente del gruppo PPE-DE, che propone di prendere atto della situazione e di attendere i risultati delle procedure previste dal sistema giuridico italiano e di non trarre altre conclusioni;

- ascolta un intervento dell’on. SWOBODA, presidente f.f. del gruppo del PSE, il quale afferma di poter sostenere questo parere e raccomanda inoltre che il Presidente prenda contatto con il presidente della commissione per gli affari costituzionali per verificare se il punto di vista dell’on. CASINI è pienamente condiviso;

- ascolta un intervento del Presidente che dichiara di non vedere alcun inconveniente nel sentire l'autorevole parere dell’on. NAPOLITANO, presidente della commissione per gli affari costituzionali;

- constata che le procedure previste dalla legislazione italiana per porre rimedio ai problemi sollevati sono ancora in corso;

- decide, allo stato attuale del dossier, di non dar seguito alla richiesta formulata e d'invitare il Presidente a esaminare con il presidente della commissione per gli affari costituzionali gli aspetti evocati nella summenzionata proposta di risoluzione.(...)