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Parlamento europeo * comunicazione al Parlamento del Commissario europeo Philippe BUSQUIN a nome della Commissione

Discussioni

Mercoledì 6 settembre 2000 - Strasburgo

Edizione GU

 Clonazione umana

 

  Presidente. - L'ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissione sulla clonazione umana.

  Busquin, Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, i recenti progressi scientifici compiuti nel settore dello studio della vita offrono prospettive di applicazione di vasta portata, ma pongono questioni di ordine etico che riguardano la maggior parte dei nostri concittadini. Diventa sempre più importante anticipare tali questioni etiche allo scopo di integrarle in un dialogo più ampio tra scienza e società.

Nella sua comunicazione del gennaio 2000 la Commissione ha posto in evidenza che si può realizzare un autentico spazio europeo della ricerca solo se promuoviamo anche uno spazio europeo di valori etici condivisi in Europa. A tal fine, la Commissione intende intraprendere iniziative quali il rafforzamento dei legami tra i comitati di etica in Europa e lo scambio di buone pratiche in materia di valutazione etica dei progetti di ricerca.

La clonazione terapeutica, o più precisamente l’utilizzo a fini terapeutici di cellule staminali embrionali ottenute con le tecniche di clonazione, costituisce un esempio di questioni etiche sollevate dai rapidi progressi scientifici compiuti nel campo delle scienze della vita. Tale tecnica di clonazione terapeutica è particolarmente delicata per evidenti motivi di ordine culturale, religioso o etico.

La relazione del gruppo di esperti britannico pubblicata il 16 agosto sottolinea gli enormi vantaggi che possono derivare dalle ricerche sulle cellule staminali embrionali umane e sulla loro applicazione terapeutica. La relazione raccomanda l’autorizzazione della ricerca in questo settore ed in particolare il ricorso ad embrioni concepiti tramite clonazione, secondo la tecnica di sostituzione del nucleo, raccomandando la definizione di un chiaro quadro di riferimento giuridico ed etico. La pubblicazione della relazione ha suscitato un gran numero di prese di posizione in tutta l’Europa e ha consentito di avviare un vero e proprio dibattito a livello europeo, al di là degli ambienti scientifici interessati. Come il Presidente Prodi ha recentemente annunciato in un comunicato stampa, la Commissione, lungi dal tacere, auspica che si svolga un dibattito aperto in stretta collaborazione con il Parlamento europeo.

Il rispetto dell’identità nazionale degli Stati membri ha fatto sì che il Trattato sull’Unione europea lasci loro le prerogative per legiferare in materia etica. Di fatto, esiste una notevole diversità di legislazioni o di lacune legislative che riflette una gamma di sensibilità alquanto diverse nei paesi dell’Unione. Tuttavia, l’azione comunitaria nel settore della ricerca biotecnologica si fonda in misura crescente sui più rigorosi principi etici fondamentali, nel rispetto delle sensibilità nazionali, come nel caso della normativa comunitaria in materia di brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche che si basa espressamente sul rispetto dei principi fondamentali che garantiscono la dignità e l’integrità dell’uomo e che ribadisce il principio secondo il quale il corpo umano, in tutte le fasi della sua costituzione o del suo sviluppo, cellule germinali comprese, nonché la semplice scoperta di uno di questi elementi o di uno di questi prodotti, compresa la sequenza parziale di un gene umano, non sono brevettabili.

Questa normativa esclude dalla brevettabilità la clonazione umana a scopo riproduttivo e la commercializzazione di embrioni o di parti del corpo umano. Pur regolamentando le condizioni alle quali un’invenzione basata sulla materia biologica può beneficiare di una tutela tramite brevetto, la direttiva non ha lo scopo di fissare le condizioni alle quali la ricerca stessa si può effettuare.

Per quanto riguarda la ricerca, la Commissione europea sostiene da diversi anni il settore biomedico. Il quinto programma quadro, adottato secondo la procedura di codecisione, rispetta i principi etici fondamentali e si basa sul parere espresso dal gruppo europeo di etica prima dell’adozione del programma quadro. Sono quindi escluse in maniera esplicita le ricerche che riguardano tecniche di clonazione a fini riproduttivi o terapeutici. Allo stesso modo, la clonazione animale è limitata a finalità giustificate dal punto di vista etico, a condizione che le operazioni vengano eseguite senza causare inutili sofferenze.

Il programma quadro, che ha anche un ruolo di anticipazione, sostiene attualmente gli studi di bioetica sui rischi ed i benefici potenziali delle tecnologie di clonazione. Inoltre, sono in corso iniziative complementari alla clonazione terapeutica volte a mettere a punto nuove tecniche di terapia cellulare, in particolare attraverso lavori molto importanti che fanno uso di cellule staminali adulte. Queste ricerche vengono condotte nel rispetto dei principi etici fondamentali e delle pertinenti normative nazionali vigenti.

Tengo a sottolineare che quando si valutano le proposte si tiene conto sistematicamente degli aspetti etici e che si effettua una revisione approfondita per quanto riguarda le proposte legate alle questioni etiche più delicate. La Commissione attende con grande interesse il parere sull’utilizzo delle cellule staminali umane che il gruppo europeo di etica esprimerà nel novembre di quest’anno. Tale gruppo ha saputo dimostrare la sua indipendenza e la sua estrema competenza in merito a questioni molto delicate ed altamente tecniche. Questo parere, come quelli precedenti, sarà sicuramente molto importante per la definizione del quadro di riferimento della politica comunitaria di ricerca.

Più in generale, il gruppo di esperti ad alto livello sulle scienze della vita, costituitosi di recente su mia iniziativa, ci deve aiutare a costruire un autentico dialogo tra il mondo della ricerca e la società nel settore delle scienze della vita. Ilforum di discussione che sarà organizzato da tale gruppo il 6 e 7 novembre prossimi a Bruxelles, ed al quale invito tutti i deputati al Parlamento che sono interessati, rappresenta una tappa importante nell’instaurazione di questo dialogo. In tal modo, senza voler legiferare o armonizzare nel settore dell’etica, la Commissione intende contribuire alla discussione, nel rispetto della diversità delle culture e dei diversi gradi di sensibilità in Europa. Ciò costituisce anche uno degli obiettivi dello spazio europeo della ricerca che si costruisce passo a passo.