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2009 01 30 * Italia Oggi * Stefano Sansonetti

È lo strumento attraverso il quale, da circa quindici anni a questa parte, offre i suoi servizi alle più importanti procure d'Italia. Si chiama Csi, acronimo che sta per Centro servizi informatici, la società a responsabilità limitata che fa capo a Gioacchino Genchi, il superconsulente informatico del pm Luigi De Magistris. La srl venne fondata con la sorella, Antonella Genchi, ma negli ultimi mesi, verosimilmente complice la ribalta che l'esperto informatico si è meritata, ha subito alcune modifiche.

Fino al novembre 2008, infatti, l'amministratore unico della Csi è stata proprio Antonella Genchi, accreditata anche di una quota del 5% del capitale. Mentre il restante 95% era in mano al fratello. Il 7 novembre dello scorso anno, però, il consulente ha rilevato anche il 5% della sorella, che il 27 novembre successivo ha anche ceduto la carica di amministratore unico a Cinzia Scialabba.

Le performance della Csi, sulla base dell'ultimo bilancio approvato (quello al 31 dicembre 2007), parlano di un fatturato di 765.093 euro, in aumento rispetto ai 738.313 del 2006. L'utile, invece, nel 2007 ha toccato quota 30.386 euro, laddove l'anno precedente si era registrato un rosso di 23.394 euro. Ma qual è il core business della srl? L'oggetto sociale, come sempre avviene in questi casi, è particolarmente ampio. Alcuni stralci, però, sono utili a rendere l'idea di cosa faccia la Csi.

Innanzitutto si dice che la società «svolge l'attività industriale di produzione di tecniche e servizi di informatica mediante mezzi propri e di terzi per aziende pubbliche o private, per la pubblica amministrazione, per l'autorità giudiziaria e per gli organi di polizia». Poco dopo si fa riferimento anche all'«assistenza tecnica alle indagini sulla criminalità economica e informatica». Ancora dall'ultimo bilancio si apprende che la Csi vanta crediti totali per 1.459.128 euro, la cui stragrande maggioranza, ovvero 1.409.167 euro, è rappresentata da crediti verso i clienti (evidentemente procure comprese).

La società è stata in passato anche oggetto di un'interrogazione parlamentare da parte di Emerenzio Barbieri, deputato Udc. Era il febbraio 2004. Barbieri, dopo aver ricordato che Genchi è sposato con Tanje Hmeliak, già pubblico ministero e giudice del tribunale di Palermo, chiedeva conto dell'attività di consulenza svolta da Genchi per il tramite della Csi. Risultava, all'epoca, che attraverso le consulenze prestate con l'utilizzo della società, Genchi avesse tracciato, grazie al controllo di 2 miliardi di conversazioni, una mappa articolata della criminalità organizzata in Sicilia, Calabria e Nord Italia.

L'interrogante, in pratica, chiedeva se Genchi non fosse in possesso di un archivio «forse addirittura superiore a quello del ministero dell'interno». Nella risposta, l'allora ministro per i rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi, disse che Genchi non poteva disporre «dell'archivio dati in suo possesso, perché egli è, come qualsiasi altro consulente, tenuto al segreto d'ufficio.

Inoltre Giovanardi specificò che «l'utilizzazione dei dati acquisiti nel corso della consulenza, al di fuori del procedimento nel cui ambito essa è stata espletata, è dunque possibile solo in virtù dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria».

Quella fu anche l'occasione per ricordare che Genchi, vicequestore aggiunto della polizia, dal 1° gennaio 2000 è collocato in aspettativa sindacale non retribuita.

E lo stesso Giovanardi riportò che in quel momento (parliamo sempre del febbraio 2004) il consulente risultava per il sindacato consigliere della provincia di Palermo. A ogni buon conto, dalle dichiarazioni dei redditi 2005, messe tempo fa on line dall'Agenzia delle entrate, risulta che in quell'anno Genchi ha dichiarato redditi da lavoro dipendente per 195.889 euro.