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1998 04 17 * Il Mondo * Caso Echelon. Parla Luigi Ramponi
Anche i politici sapevano * Sorti Francesco

http://www.ilmondo.it

DAL 1992 SONO STATO AL CORRENTE DI UNA FORTE ATTIVITÀ DI INTERCETTAZIONI
SULLE ONDE A BASSA, MEDIA E ALTA FREQUENZA.

Il tono è quello di un veterano in pensione. Ma le parole sono dure e taglienti come quelle di chi ha vissuto in prima persona ai vertici dei servizi segreti. Luigi Ramponi, classe 1930, ex comandante generale della Guardia di finanza, ex senatore di Alleanza nazionale, è stato a capo del Sismi, il servizio segreto militare, dal luglio 1991 al luglio 1992. Un periodo delicato. Nel luglio del 1991 era presidente del Consiglio Giulio Andreotti, e un anno dopo, quando Ramponi lasció, erano appena scoppiate le bombe di Capaci e via D'Amelio e a palazzo Chigi era arrivato Giuliano Amato. Su tutto il pianeta, segretissimo, si stendeva da anni la tela di ragno di Echelon, il sistema di intercettazione di tutte le telecomunicazioni organizzato e condiviso da Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia, Canada e Nuova Zelanda, la cui esistenza è stata rivelata un mese fa dal Mondo. Ma Ramponi non si mostra affatto stupito: "Sulla scena internazionale vige la legge della giungla. Ogni Paese deve compiere sforzi immani per garantirsi la sopravvivenza. E tra questi sforzi rientra l'organizzazione di un efficace sistema di intelligence".

Come capo del Sismi era al corrente dell'esistenza del sistema Echelon?
Il sistema Echelon in quanto tale è stato messo a punto, a mio parere, soltanto negli ultimi anni. In precedenza il livello di evoluzione tecnologica nel campo dei satelliti non era sufficiente per intercettare in modo capillare ed efficacece le comunicazioni telefoniche. Fino alla fine degli per l'acquisizione delle immagini. E lo dico con cognizione di causa, giacchè conoscevo la struttura di signal intelligence (intercettazione dei segnali di ogni tipo, ndr), dei due blocchi. I passi decisivi sono stati fatti con le nuove generazioni di satelliti spia e gli aerei di tipo Awacks. Posso dire che dal 1992 sono stato al corrente di una forte attività di intercettazione sulle onde a bassa, media e alta frequenza. Immaginavo che si sarebbe arrivati a questo.

E sapeva che a spiarci erano Paesi amici?
Appena arrivai al Sismi, ricordo che tra i Paesi di cui ci si poteva preoccupare maggiormente c'erano il Regno Unito e gli Stati Uniti. Se c'era qualcuno che aveva la possibilità di violare i nostri segreti, erano proprio loro.

E i politici, erano al corrente?
Ma certo che sapevano.

Chi sapeva? Il capo del governo? Il presidente della Repubblica?
Non posso fare nomi. Ma i politici a un certo livello e quelli che hanno competenze in questo settore sono sempre informati.

E non erano preoccupati? Un conto è organizzare un sistema efficace di intelligence. Altro è spiare Paesi alleati, magari per ragioni economiche. Non crede?
Echelon è certamente un'attività contraria a un sistema di alleanze. Non puó essere legittimato un sistema che costringe Stati a subire prevaricazioni che non servano ai fini di una difesa comune. Perció bene ha fatto il Mondo a rivelarne l'esistenza e a porre alcuni interrogativi scomodi.

Per esempio?
Per esempio questo: puó il Regno Unito, in accordo con gli Stati Uniti, spiare i partner europei proprio mentre prende avvio l'Euro?

Lo dica lei: puó?
Messa solo in questi termini la questione è mal posta. Perchè bisognerebbe rispondere che quando si tratta di spionaggio ogni Paese fa esattamente quello che vuole. Come dimostrano anche le relazioni fra gli stessi Paesi dell'Alleanza atlantica. Ne vuole sapere una?

Dica.
Appena arrivai all'ambasciata italiana di Washington come addetto militare, mi resi immediatamente conto che tra i Paesi di lingua inglese esistevano dei canali preferenziali che non hanno uguali nel mondo occidentale. Anche nel caso dell'accordo Echelon si tratta di Paesi che hanno fra di loro rapporti antichi e strettissimi.

Si riferisce al fatto che tre di questi cinque Paesi facevano parte del Commonwealth?
Di solidarietà che emergono per ragioni insospettabili. Nella recente crisi fra Iraq e Stati Uniti abbiamo assistito a un'inaspettata e decisa presa di posizione di inglesi e olandesi al fianco di Washington. La ragione è che gli inglesi erano preoccupatissimi per le loro importazioni di materie prime da quella regione, che passano attraverso istituti finanziari olandesi. Anche alcuni membri della casa di Windsor, e in particolare Filippo d'Edimburgo, hanno interessi personali in Olanda.

Non vi siete mai posti il problema di tutelare il Paese da un sistema di intercettazioni cosí vasto?
Attenzione: non è detto che l'Italia non sappia che cosa viene captato attraverso Echelon. Il problema non è impedire che le nostre comunicazioni vengano intercettate . Semplicemente perchè non sarebbe possibile. Molto meglio cercare altre strade. I servizi segreti dei vari Paesi non sono entità isolate, separate da rigidi steccati. Ci si scambiano informazioni, ipotesi, vere e proprie dritte. Naturalmente se ci sono i presupposti politici e umani.

E sarebbe?
Ad alti livelli si puó alzare il telefono e parlare direttamente con i propri colleghi. Anche di uno schieramento contrapposto. È sempre stato cosí, anche quando c'era ancora il Patto di Varsavia. In questa chiave gli italiani sono spesso insostituibili. In certe aree disponiamo di contatti inaccessibili ad altri.

Per esempio in Medio Oriente?
Sí, ma non solo. Cosí gli americani, che tecnologicamente sono superiori a tutti, in determinati casi possono essere costretti a chiedere aiuto a noi.

Sta dicendo che i servizi italiani potrebbero barattare le proprie conoscenze con le informazioni che vengono acquisite da Echelon?
Senz'altro. Almeno in teoria. Ma scambiarsi occasionalmente le informazioni non risolve il problema posto dall'esistenza di Echelon. Me ne rendo conto. Ma vanno fatte alcune considerazioni . Dopo il crollo del Muro di Berlino lo spionaggio internazionale si è in larga parte riconvertito nel settore economico. Una volta sapere dov'erano disposte le forze corazzate turche era un segreto che valeva oro. Oggi è una notizia molto meno importante. D'altra parte, quando i soggetti economici, come le multinazionali, hanno bisogno di spiare, lo fanno da sè. Se l'At&t ha bisogno di carpire segreti ai concorrenti per vincere un appalto o impadronirsi di un'azienda in vendita, non ha certo bisogno di chiederlo alla National security agency (l'agenzia statunitense specializzata in intercettazioni, ndr) o alla Cia. A mio parere gli Stati sostengono certamente le imprese private, anche tramite lo spionaggio, ma non fornendo alle industrie le conversazioni intercettate sulle linee telefoniche. Bensí cercando di rafforzare il più possibile la posizione del Paese sul piano internazionale.

Sarà. Ma certamente anche per le aziende non è piacevole sapere che tutto quello che si dice al telefono puó essere ascoltato e registrato.
Lo so bene. Qualche sistema di difesa tuttavia esiste. Utilizzando un cifrario assai complesso, per esempio, posso avere la garanzia che chi intercetta impiegherà molto tempo per conoscere le mie intenzioni. Ma si tratta di sistemi validi solo in determinate situazioni. L'unica vera soluzione sarebbe l'istituzione di un organismo internazionale che disciplini l'uso delle informazioni acquisite da Echelon. Ma anche questa via di uscita si scontrerebbe immediatamente con difficoltà pratiche insormontabili. Insomma, pare che chi spia sia destinato a godere di una sorta di immunità totale. Nel mondo dell'intelligence trovano posto molte persone prive di qualsiasi moralità. Ció non significa che i capi dei servizi siano onnipotenti, ma non bisogna neppure farsi troppe illusioni. I sistemi di spionaggio sono uno degli strumenti essenziali di funzionamento degli Stati. Questo peró non vuol dire che non ci debba essere un controllo da parte dei cittadini. E 'vero. Ma la politica, attraverso cui si dovrebbe svolgere questo controllo, soffre dei grandi limiti che tutti conosciamo. E la democrazia, come sosteneva Winston Churchill, è una delle più grandi illusioni propinate all'umanità. Tuttavia la gente deve ugualmente sapere cosa succede nei palazzi del potere, compresi i megaprogetti di spionaggio, e discuterne liberamente. Tutto questo a una condizione: i politici si rendano conto davvero dell'importanza dei servizi di informazione, e prendano atto del loro ruolo. Senza ipocrisie, e soprattutto senza ingenuità.

IL PPI: PRODI DEVE SPIEGARE TUTTO. IN PARLAMENTO
Su questa faccenda di Echelon il nostro partito ha deciso di prendere una posizione irremovibile. Dopo Pasqua chiederemo il question time (meccanismo parlamentare che obbliga il governo a rispondere direttamente in aula alle domande dei deputati) al presidente del Consiglio Romano Prodi, che sarà chiamato a rispondere alla Camera". Romano Carratelli, deputato del Partito popolare (lo stesso del ministro della Difesa, Beniamino Andreatta) nonchè vicepresidente della Commissione intercettazione delle comunicazioni planetarie controllata e gestita da Stati Uniti, Regno Unito, Nuova Zelanda, Australia e Canada bisogna andare in fondo. Costi quello che costi. Cosí la settimana scorsa ha concordato con Sergio Mattarella ,capogruppo del Ppi, la richiesta del question time a Prodi. Non senza aver prima preso un'altra iniziativa. Mercoledí primo aprile Carratelli ha presentato allo stesso Prodi un'interrogazione parlamentare in cui chiede di conoscere "se il governo italiano è a conoscenza del sistema Echelon e se l'Italia è coinvolta in questa vicenda e quali iniziative sono state intraprese o si intende intraprendere per garantire la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini". Con la richiesta del question time su Echelon, il governo dovrà cosí venire allo scoperto, dopo i no comment che hanno seguito le rivelazioni del Mondo (l'unico esponente dell'esecutivo che ha accettato di parlare è il sottosegretario all'Interno Massimo Brutti). Tanto più che l'inchiesta ha ampiamente documentato come anche l'Italia (numero 14) sia da tempo oggetto di attenzione da parte del sistema di intercettazioni gestito dai cinque Paesi . E la vicenda comincia a creare qualche preoccupazione non soltanto a Roma. "Attenzione, siete sotto ascolto": cosí titola Le Courrier international la copertina dell'ultimo numero, che riprende la lunga inchiesta del Mondo . "Tutti e gli europei in particolare", scrive il settimanale francese, "sono sistematicamente spiati da più di mezzo secolo da un organismo, denominato Ukusa, che raggruppa cinque Paesi anglosassoni. Nome in codice del loro accordo: Echelon. Alla sua testa, la Nsa, la struttura supersegreta di spionaggio degli Stati Uniti. All'inizio, l'obiettivo era quello di sorvegliare i paesi del blocco comunista. Ma da oltre vent'anni, con lo sviluppo dei satelliti, serve sempre di più per spiare i Paesi occidentali".

CONFERMA DOPO CONFERMA
Il primo passo per la scoperta di Echelon è stato il rapporto elaborato dalla Direzione generale per la ricerca del Parlamento europeo, i cui contenuti sono stati resi pubblici dal Mondo. In quello studio si parlava di un sistema di satelliti spia e basi di ascolto in grado di intercettare ogni tipo di comunicazione: telefonate, trasmissioni dati, fax e posta elettronica. E di selezionare , grazie a potenti computer, le comunicazioni più interessanti. A gestire Echelon sarebbe la National security agency (Nsa), l'agenzia americana di spionaggio elettronico. Ma sono ammessi a far parte della rete anche altri quattro Paesi (Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda) che nell'immediato dopoguerra Dell'esistenza di questa rete il Mondo ha trovato poi altre conferme. Prima un agente segreto canadese, Michael Frost, che ha rivelato la sua partecipazione ad alcune operazioni di intercettazione, proprio ai danni dell'Italia, inserite nel programma Echelon. Successivamente ha scoperto che anche l'Italia si è dotata in tempi recenti di un sistema per l'intercettazione delle comunicazioni satellitari. Martini dovette assicurare il governo che non sarebbe stata utilizzata per lo spionaggio interno. Ora ecco le conferme del generale Ramponi.