Lettera aperta al Presidente della Commissione europea
Jean-Claude Juncker
president.juncker@ec.europa.eu
Roma, 17 ottobre 2016
Signor Presidente,
il 7 ottobre nel Suo discorso
pronunciato all'Istituto Jacques Delors ha finalmente dedicato qualche
parola in più agli Stati Uniti d'Europa, dopo che ne aveva accennato il 14 settembre
al Parlamento europeo in occasione del Discorso sullo stato dell'Unione.
Nell'aula di Strasburgo si era limitato a uno scontato "Noi non siamo gli Stati Uniti d’Europa" dopo aver preso atto che vi sono due livelli di
democrazia, quello dei Parlamenti nazionali e quello del Parlamento europeo.
A Parigi,
"approfondendo" il discorso, Lei ha giustamente sostenuto che "Molto spesso, coloro che ci stanno
guardando, non capiscono quello che facciamo" questo accade perché a suo avviso ci sarebbe un "equivoco di fondo … Credo che dobbiamo
smettere di parlare di Stati Uniti d'Europa. Io l'ho fatto quando ero molto
giovane, all'età di 17-18 anni e ad un certo momento mi sono detto che non
possiamo più indurre in errore i cittadini europei perché non avremo mai gli
Stati Uniti d'Europa, perché i popoli europei non li vogliono.”
Mi consenta di dissentire
profondamente da queste Sue affermazioni.
Io credo che coloro che vi
guardano, e mi riferisco ai cittadini europei, forse non capiscono ma
certamente subiscono le vostre decisioni.
Lei è certo che i popoli europei
non vogliono gli Stati Uniti d'Europa. Potrei risponderLe con una battuta:
qualcuno gliel'ha chiesto? Ma ancor prima vorrei porLe una questione di fondo
retorica, qualcuno ha spiegato loro cosa potrebbe significare avere una Europa
federale? No, ma avete permesso che a loro fosse fatto credere che al
fallimento in atto dell'Unione europea vi fosse una sola alternativa, il
ritorno ai nazionalismi.
Come scrisse il leader radicale
nonviolento Marco Pannella nel Manifesto Appello contro lo sterminio per fame,
sottoscritto da oltre 130 Premi Nobel … "se le donne e gli uomini, se le genti sapranno, se saranno
informati, noi non dubitiamo che il futuro potrà essere diverso da quello che
incombe e sembra segnato per tutti e nel mondo intero. Ma solo in questo
caso.”
Principio che
oggi si concretizza nella campagna del Partito Radicale Nonviolento per
l'affermazione e la codificazione alle Nazioni Unite del nuovo diritto umano alla
Conoscenza.
D'altro canto, Signor Presidente,
è certo che se i cittadini conoscessero, per esempio, il funzionamento del
Meccanismo europeo di stabilità lo approverebbero? O approverebbero la
fallimentare politica ultradecennale di cooperazione con i Paesi terzi?
Per non parlare di … economia e
finanza. Sembra passato un secolo ed era appena il 16 gennaio 2014 quando Viviane Reding, Vice Presidente
della Commissione europea, nonché sua concittadina e compagna di Partito, affermò[1]
(…) Negli ultimi anni sono stati conferiti
nuovi poteri alle istituzioni europee per evitare che in futuro si verifichino
altre crisi economiche come quella da cui stiamo iniziando ad uscire. In un
certo senso la gestione della crisi ha preso il sopravvento sulla democrazia,
ma ora dobbiamo ristabilire l'equilibrio. (…) Io voglio gli Stati Uniti d'Europa, grazie ai quali 28 voci possano farsi sentire in modo unanime
e autorevole sulla scena internazionale e in cui
le riforme economiche importanti vengano discusse pubblicamente, in seno a un
Parlamento europeo eletto democraticamente, anziché essere decise a porte chiuse
da troiche o esperti finanziari. (…)
Signor Presidente,
se, per esempio, ai cittadini europei fosse reso noto il progetto del
Parlamento europeo "Valutare il costo della non-Europa 2014-2019"[2],
il cui terzo ed ultimo aggiornamento è purtroppo fermo all'aprile 2015, e che
stima la mancanza di più Europa comunitaria a poco meno di 1.600 miliardi di
euro, i cittadini europei avrebbero già una visione diversa dell'Unione
Europea.
E dovrebbe dire
loro, per esempio, che solo nei settori della politica di sicurezza e di difesa,
se vi fosse una cooperazione più stretta, vi sarebbe un'economia di 26 miliardi;
e se fosse improntata sul modello americano, cioè gli Stati Uniti d'Europa, i
risparmi ammonterebbe a 130 miliardi.
Credo che i cittadini, se solo sapessero,
non vedrebbero l'ora di chiedervi conto del perché sperperate i loro denari. E
Lei avrebbe il coraggio di dire che lo fate per volontà … dei popoli europei?
Signor Presidente,
Lei non è stato
eletto da quei popoli europei di cui crede di conoscere il volere, ma nominato
da quei Governi che impediscono ai popoli di conoscere e quindi decidere.
Governi che ha ricambiato
e rassicurato sin dalla sua nomina affermando che non ci
saranno mai gli Stati Uniti d'Europa, che è il nostro obiettivo.
Nel frattempo l'Unione europea ha
perso un paese importante, il Regno Unito; ha accolto nel 2004 un paese, Cipro,
diviso da un muro dal quale in dodici anni non siete riusciti a togliere una
pietra; vede sorgere nuove cortine di ferro che non dividono più l'Europa "americana"
da quella " sovietica" ma dividono l'Unione europea.
Lei sostiene che non ci saranno
mai gli Stati Uniti d'Europa, forse è bene che cominci a rendersi conto di cosa
sta producendo l'Unione europea delle burocrazie governative nazionali.
Distinti saluti,
Maurizio
Turco
Presidenza del Partito Radicale
Nonviolento
già deputato europeo
[1] Viviane
Reding: "Il 2014 anno delle scelte, serve federazione degli Stati Uniti d'Europa",
La Repubblica, 16 gennaio 2014
[2] http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2015/536364/EPRS_STU(2015)536364_FR.pdf