Alla cortese attenzione di
Paolo Flores D'Arcais p.darcais@micromega.net
Redazione Micromega redazione@micromega.net
Cinzia Sciuto (redattrice)
c.sciuto@micromega.net
Roma, 4 marzo 2017
Oggetto: richiesta di rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948
A seguito della pubblicazione in data 25 febbraio u.s. sul sito di micromega online ospitato da Repubblica.it di un articolo dal titolo , “Gli ‘eredi’ di Pannella ci vogliono sfrattare” a firma di Carlo Troilo, vi chiedo di voler provvedere, ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce.
Cordiali saluti,
Maurizio Turco
responsabile legale del Partito Radicale
* * *
Mi sorprende che Carlo Troilo in veste di giornalista mistifichi così la realtà. Non posso dire se lo faccia con dolo, superficialità o perché 'plagiato' da certe compagnie.
Quello che posso però fare è raccontare come stanno le cose, partendo da semplici assunti, primo fra tutti che qualsiasi radicale sa che quel "non violento", come scrive ripetutamente Troilo, anziché "nonviolento" è indice di estraneità radicale.
Carlo Troilo, sebbene ne parli come se ne fosse un profondo conoscitore, è stato iscritto al Partito Radicale nel 1993 e nel 2015 mentre ha ritenuto di non iscriversi e non partecipare all'ultimo congresso. Ma andiamo nel merito.
Non è vero che sono erede di Pannella.
Non è vero che sono leader del Partito.
Non è vero che qualcuno è stato sfrattato in quanto nessuno ne ha i titoli per esserlo.
Non è vero che c'è stato uno scontro nel Congresso del Partito radicale tenutosi a Rebibbia: semplicemente e democraticamente i 2/3 dei congressisti hanno approvato una mozione che a Troilo non piace.
Non è vero che il congresso si è tenuto a fine ottobre ma a inizio settembre.
Essendo queste le premesse, dall'ex capo ufficio stampa dell’IRI, direttore delle relazioni Esterne della RAI, capo ufficio stampa dei ministri del Commercio Estero e delle Partecipazioni Statali, cos'altro aspettarsi? Che tragga conseguenze all'altezza delle premesse. E lo fa.
Non è vero che vi è stata la "drastica decisione" per cui io vieterei così "l’ingresso a Torre Argentina perfino
ad Emma Bonino e a storici dirigenti radicali come Gianfranco Spadaccia." Emma
Bonino sono anni che non frequenta riunioni di Partito ed ha ritenuto - come Troilo - di non partecipare al Congresso di Rebibbia;
ad aprile, però, si è presentata, con tre amici,
davanti alle telecamere per presentare un simbolo "radicali", valorizzato
davanti alla bara di Pannella in Piazza Navona, per ottenere i ben noti risultati
elettorali.
Mentre Gianfranco Spadaccia, che nel 1991 si era "dimesso
da tutto", pur continuando ad iscriversi al Partito, è tornato poi quando ha
visto Luca Coscioni. Nessuno vuole cancellare il passato e l'apporto
individuale alle lotte radicali di Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia e delle centinaia
di militanti di quella stagione politica. Così come nessuno può trasfigurare il
presente che è contraddistinto dalla mancata sintonia di quelle persone con le decisioni
prese e votate dal Congresso del Partito Radicale, al quale Spadaccia ha partecipato,
è intervenuto, ha firmato una mozione che i 2/3 dei congressisti hanno respinto.
Spadaccia ricorderà di certo che quando era lui a far parte delle maggioranze congressuali
non ha affatto risparmiato di mostrare la sua durezza nei confronti di chi quei
congressi perdeva; magari chiedendo scusa a distanza di decenni.
E' evidente,
anche da parte di Carlo Troilo, sebbene è di Alessandro Trocino, giornalista
del Corriere della Sera la paternità, il malevolo intento di personalizzare le questioni
inerenti il Partito Radicale per meglio spoliticizzarle. Operazione che mira deliberatamente
a colpire il Partito Radicale.
Per tornare alle verità di Troilo.
Non è vero che il presunto sfratto delle associazioni Radicali Italiani e Coscioni per la libertà di ricerca scientifica sia dovuto al fatto che non si attengono ai temi storici ed esclusivi del Partito. Il Congresso del Partito ha deliberato che se non si raccoglieranno 3000 iscritti nel 2017 e nel 2018 il Partito Radicale chiuderà. Successivamente si sono tenuti i congressi associazioni Radicali Italiani e Coscioni che hanno deciso, in modo convergente, di contestare la deliberazione presa dai 2/3 del Congresso del Partito Radicale. Tutto legittimo, ma non a spese, economiche e politiche, del Partito Radicale: è elementare e logico ed è quasi offensivo doverlo anche scrivere. Troilo dovrebbe avere dunque l'onestà di dire che senza il sostegno economico e organizzativo ricevuto dal Partito Radicale le due associazioni non sarebbe nate e in seguito non avrebbero potuto portare avanti nessuna campagna ai livelli ai quali la stanno portando.
Non è vero che è il Partito a stabilire che Radicali Italiani non debba partecipare alle elezioni: è lo statuto di Radicali italiani che lo prevede.
Non è vero che "hanno presentato liste alle regionali lombarde e laziali" bensì alle comunali di Milano e Roma.
Non è vero che io accuso Radicali Italiani di creare confusione fra i simpatizzanti: sono proprio i compagni a sentirsi raggirati dopo aver ricevuto telefonate ambigue per l'iscrizione ed essersi visti recapitare la tessera di Radicali Italiani al posto di quella del Partito.
Non è vero, come Troilo scrive, che ho già annunciato lo scioglimento se non si giungerà a 3.000 iscritti nel 2017: è una decisone del Congresso! Forse Troilo era abituato a Congressi in cui le decisioni venivano ratificate dai delegati e non assunte dagli iscritti.
Non è vero che adeguando il palinsesto di Radio radicale questa diventerebbe "dopo
la TV (quella “di stato” e quella privata) … una “voce del padrone”. Inoltre, sarebbe
interessante sapere da quando l'ex direttore
delle Relazioni Esterne della RAI Carlo Troilo pensa che la Rai sia la voce del
padrone.
E non
a caso mi attribuisce categorie che sono proprie del tempo in cui lui nuotava nello
stato e nel parastato italiano e che non hanno mai attraversato la storia del Partito
e mia personale ("seguaci"; "per Pannella, vale la regola del “mors
omnia solvit”"; "autocritica”).
Ma è quando
parla di "metus reverentialis che egli
ispirava … che conduceva i suoi fedelissimi a sbagliare con lui" che forse
confonde il Partito Radicale con alcuni socialisti degli anni '80 (così da dare
la colpa a Craxi ed autoassolversi).
Tralascio
di contraddire tutte le osservazioni critiche (avrei da ridire addirittura sul fatto
che siano "osservazioni critiche”).
Ma non
posso tacere sul fatto che è assolutamente
falso, se possibile falsissimo, frutto di fantasia o di cattiveria, sua o di
chi gli ha raccontato certe favole, quello che ha narrato circa le elezioni del
2008.
Per
quell'appuntamento elettorale nell'elenco dei possibili parlamentari non c'era il
giovane “emergente” Riccardo Magi, per la semplice ragione che non c'era o per dirla
con Troilo non era emerso; Marco Cappato era già deputato europeo; Mirella Parachini
era stata designata successivamente alla composizione della delegazione su mia insistenza,
pertanto qualcuno doveva rinunciare: lo feci io, ma fu Mirella che decise di non
essere disponibile; ci fu una squallida vicenda collaterale di cui evidentemente
Troilo non è al corrente e che esula da questa richiesta di rettifica.
Non è assolutamente vero che "Pannella smentì così, con la formula della “delegazione radicale”, proprio l’impegno del PRNTT a non partecipare ad elezioni in Italia. E cominciò (già nove anni fa !) a dimostrare la sua ostilità per Cappato, Magi e le loro brillanti “creature politiche”." Ripeto: Magi non era ancora emerso; Cappato sedeva insieme ad almeno altre dieci persone intorno al tavolo in cui di determinò la composizione della delegazione.
Non è assolutamente vero che sarei diventato tra i più aspri critici di Radicali Italiani e della Associazione Coscioni a causa della fine del mandato parlamentare. Per non dire che "iniziano le manovre per “sfrattarli”": questo è puro delirio. Avevo dato la disponibilità vera - Troilo può chiederlo a Mirella - di non fare il deputato. Ero già stato il Presidente dei deputati al Parlamento europeo e il coordinatore dei deputati radicali nella Rosa nel Pugno: inaspettatamente e senza averlo chiesto. Quando sono stato eletto al Parlamento europeo è stata l'unica volta che non ho partecipato alla riunione in cui si decidevano candidature e si prospettavano eventuali eletti.
Non è vero che ho presentato "un esposto per attivare una indagine sulla liceità della ammissione della Associazione Coscioni fra i soggetti legittimati a concorrere per l’8xmille" (l'8 per mille è riservato alle confessioni religiose….).
Scrive
Troilo che gli avrei "risposto con cortesia ma con argomentazioni “savonaroliane”
fuori misura anche per il più radicale dei radicali". Queste solo le considerazioni
“savonaroliane” che gli ho trasmesso:
"Io credo che dietro la corresponsione del
5 per mille alla Coscioni ci sia un danno erariale consistente, mi importa poco
se creato dal ministero o dai dirigenti della coscioni, sul quale continuo a lavorare,
naturalmente a modo mio e tu l'hai colto ("una “causa” (sia pure non in senso
stretto)”).
Io ho scoperto
quel che ho denunciato dopo 6/7 anni dai fatti a seguito di una sentenza che
negava l'iscrizione alle associazioni di promozione sociale ad anticlericale.net.
Da quella
sentenza ho capito che, mentre ero tesoriere, nella stanza accanto alla mia, erano
state fatte cose di cui non ero a conoscenza, di questo m'importava poco.
Ma poi
leggendo meglio la sentenza ho capito che c'erano state riunioni (come il penultimo
congresso dell'associazione coscioni durato 5 minuti) che di solito convocavo con
il segretario e del quale non sapevo niente e non mi era arrivata alcuna notizia/convocazione.
Riunioni delle quali si erano stesi verbali e modificato lo statuto. E via dicendo.
Quello
che sto facendo lo avrei fatto con qualsiasi altra associazione che si fosse comportata
nello stesso modo. Non avrei dovuto farlo perché era una associazione radicale?
Semmai era una ragione in più, non credendo nella ragion di partito, unica ragione
che di fatto mi viene contestata perché del merito, se in buona o cattiva fede non
mi importa, si evita di parlare.”
Ma Carlo Troilo faceva il dirigente all'IRI e alla RAI con la stessa etica e deontologia giornalistica?