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2019 05 06 * La lettera infame. * Maurizio Turco

All’indirizzario del Partito Radicale.

Roma, 6 maggio 2019 

Nei giorni scorsi siete stati raggiunti da una lettera a firma Silvja Manzi, Antonella Soldo, Barbara Bonvicini, rispettivamente segretaria, tesoriera e presidente di Radicali Italiani. La lettera aveva per oggetto “Storia di un debito infame”. In realtà di infame c’è solo il testo della lettera. E spiego perché.

Innanzitutto una premessa. Chi firma la lettera, all’epoca dei fatti, in parte per questioni anagrafiche, non faceva parte del gruppo dirigente di Radicali Italiani. Avrebbe quindi dovuto avere l’umiltà e non la supponenza di leggersi o farsi leggere i bilanci e, se qualcosa non fosse stata chiara, chiedere ai tesorieri che li avevano preceduti.

A) Nella lettera si afferma che vi è stata una “epurazione guidata da Maurizio Turco all’indomani della scomparsa di Marco Pannella.”

1.    In realtà tutto è accaduto a Marco Pannella vivo. Come ha ricordato il 22 gennaio 2017 durante la riunione di Direzione di Radicali Italiani Simone Sapienza, oggi segretario di Radicali Roma: "… ci siamo assunti la responsabilità personale politica collettiva di entrare prima in collisione con lo stesso Marco Pannella, negli ultimi due anni, che su questo aveva, faceva valutazioni diverse di classe dirigente, di fiducia, di obiettivi, di esistenza diverse e poi con un pezzo del Partito Radicale …"

2.    Ma non era da soli due anni, tant’è che il 7 settembre 2013 Marco Pannella da Radio Radicale affermava: “…vorrei invitarvi tutti a conoscere quella cosa che si chiama, mi pare, il sito del forum inufficiale radicale per vedere, e fate il conto di quanti in un modo esplicito e credo in assoluta convinzione e come dire bontà, si augurano la liberazione del partito attraverso la morte mia personale come atto quindi non come assassinio necessario ma magari pregando oggi perché il Signore mi richiami al più presto.”

3.    Dopo la scomparsa di Marco Pannella, dall’1 al 3 settembre 2016, si è tenuto un Congresso del Partito Radicale, al quale tutto gli iscritti hanno potuto partecipare, intervenire, presentare documenti, votare o avrebbero potuto farlo se lo avessero voluto. Mentre, dopo il Congresso, chi avesse voluto iscriversi al Partito radicale, anche contro il Partito Radicale, lo avrebbe potuto fare, lo può ancora fare!

B) Nella lettera si legge che “L’origine di questo debito è misteriosa e oscura” e che “A sostegno di questa tesi c’è un solo argomento: il debito sarebbe documentato nei bilanci passati di Radicali italiani. Quando si era cassa e casa comune, insomma. Quando le risorse venivano gestite insieme e spostate da un soggetto all’altro e i debiti venivano contratti e abbonati, a seconda delle esigenze politiche, stabilite, in primis, da Marco Pannella.”

4.    In realtà il debito origina da versamenti destinati espressamente all’iscrizione al Partito radicale versati su conti correnti di Radicali Italiani e infine dalla confusione che c’è stata tra quelli che erano fino al 3 settembre 2016 i diversi soggetti radicali, per un totale di 63mila euro.

5.    E’ assolutamente falso che si sia mai stati “cassa comune”; che “le risorse venivano gestite insieme”, che “venivano spostate da un soggetto all’altro”. Ed è assolutamente falso che questi fatti e che “i debiti venivano contratti e abbonati, a seconda delle esigenze politiche, stabilite, in primis, da Marco Pannella”. Non per quanto riguarda il Partito Radicale, la Lista Pannella, la Torre Argentina. Tant’è che, come dimostrano i bilanci del Partito Radicale, dal 2005 al 2016 il Partito Radicale ha sacrificato l’iniziativa politica diretta per far crescere l’iniziativa dei soggetti costituenti. (Per una ricostruzione dettagliata https://www.maurizioturco.it/interventi/2017-02-23--ai-responsabili.html)

6.    In particolare, che fosse Pannella a decidere “in primis” tutto questo è completamente destituito di ogni fondamento. Ma, visto che all’epoca dei fatti le firmatarie non avevano alcun ruolo, se tra coloro che hanno riferito quanto dalle stesse scritto vi fossero degli utili idioti, io non posso smentirlo.

C) Nella lettera si sostiene inoltre che “Ironia della sorte, tale debito avrebbe avuto origine negli anni in cui alcune delle cariche apicali e decisionali di Radicali Italiani erano ricoperte da quattro persone oggi membri della “presidenza” del Partito Radicale (Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti, Maria Antonietta Farina Coscioni, Antonella Casu).”

7.    Stiamo parlando dei soldi per iscrizioni al Partito e versati su conti di Radicali Italiani per una cifra risibile - 63 mila euro - rispetto a un debito di Radicali Italiani nei confronti del Partito che a fine 2009 ammontava a 1.474.845,03 (alla fine dell’anno della segreteria Capezzone era di 1.314.962,29; con la Segreteria Bernardini arriva a 1.341.152,94 e con quella Casu a 1.474.845,03).

8.    Riepilogando. A fine 2010 Radicali Italiani ha un debito nei confronti del Partito di euro 1.469.215 e della Lista Pannella di euro 382.696, soldi prestati per consentire a Radicali Italiani di avere una autonoma vita politica. Quel denaro era stato considerato dai tesorieri dell’epoca un prestito, scelta che non fu messa in discussione né dai revisori dei conti, né dal congresso.

9.    Nel 2010 i revisori dei conti di Radicali Italiani chiedono che il debito sia rimesso sulla base della considerazione che fosse da ritenersi un debito inesigibile e che “falsava” i bilanci. Pannella riteneva che, per quanto inesigibile, era da ritenersi comunque un debito politico e quindi fosse giusto restasse a bilancio. Io, che ero il tesoriere del Partito, invece acconsentii a rimettere il credito che il Partito vantava e sollecitai Marco perché facessimo lo stesso per la Lista Pannella. (Tengo a precisare che nel 2011 non ero iscritto a Radicali Italiani perché, come avevo avuto modo di dire a Radio Radicale, per quello che stava accadendo gli auguravo di non tramutarsi in “radicali all’italiana”

10.Nel bilancio di Radicali Italiani del 2011 il debito nei confronti della Lista Pannella è pari a 0 mentre quello nei confronti del Partito Radicale ammontava a euro 66.052. Il Partito Radicale aveva ritenuto di rimettere “solo” una parte del debito pari a 1.420.424,32 euro e non rimettere 66.052? No! I 66.052 non facevano parte del prestito ma erano denari versati sul conto corrente di Radicali Italiani per iscrizioni al Partito Radicale! E così è andata avanti fino al bilancio di Radicali Italiani del 2017 quando il Partito Radicale risultava ancora creditore di 63.272. 

D) Oggi il Partito Radicale di Maurizio Turco ha chiesto e intende far valere l’efficacia esecutiva di quel decreto ingiuntivo magari per pignorare i conti di Radicali Italiani. Pretende che il presunto credito del Partito portato, con la richiesta degli interessi, a oltre 73mila euro, gli venga pagato prima che il processo in cui ci ha trascinati abbia superato almeno il primo grado di giudizio e stabilisca chi ha ragione.

11. Visto che viene ripetuto mi ripeto: il Partito radicale è il partito degli iscritti. Affermare che il partito sia di Maurizio Turco rientra in quella scuola di pensiero che voleva il Partito radicale fosse di Pannella per meglio avere l’alibi di non assumersi responsabilità. Nel tempo si è capito che era per questioni di incapacità strutturali che sono state dimostrate nel tempo. E infine riconosciute dallo stesso Pannella.

12.Proprio perché il Partito radicale non è mio, né mai ho pensato di comportarmi come se lo fosse, ho il dovere nei confronti degli iscritti di pretendere un credito che a norma di legge è certo, liquido, esigibile e assistito da un titolo esecutivo.

13.Se non lo facessi, disporrei dei crediti degli iscritti come se fossero crediti miei, coi quali decidere cosa fare e gli iscritti, giustamente, un domani, potrebbero censurare, anche legalmente, la mia inerzia.

14. Nel corso del 2017, appurato che Radicali italiani non intendeva onorare il debito verso il Partito Radicale, siamo ricorsi al giudice.

15.  A conferma di questa volontà nel bilancio di Radicali Italiani del 2018 scompare il debito dei confronti del Partito e appare la posta “Fondi per rischi ed oneri” pari a euro 63.272. “relativa ad un contenzioso insorto con il Partito Radicale. Nel precedente esercizio la somma, oggi accantonata nel fondo in parola, risultava annoverata tra i debiti. Questi ultimi sono stati stornati alla luce della contestazione formulata da Radicali Italiani, in sede giudiziale, in ordine alla sussistenza della posta debitoria.”

16. Operazione a dir poco discutibile e spregiudicata, tant’è che il giudice accogliendo la richiesta di ingiunzione del Partito Radicale, scrive che “non può valere la circostanza che nell’ultimo bilancio la predetta Associazione opponente abbia “azzerato” – contabilmente – il debito per cui è causa, pur risultante nei precedenti bilanci, non essendo stati neppure prospettati atti estintivi e satisfattivi dello stesso.”

17. Nei giorni scorsi ci è stato chiesto per interposta persona se fossimo stati disposti a dilazionare il credito. Nel frattempo è emerso che anche la Torre Argentina srl vanta nei confronti di Radicali Italiani un credito di 46.800+interessi ed eventuali spese legali. Debito che, come per quello nei confronti del Partito, Radicali Italiani ha scelto di cancellare dal bilancio. Abbiamo quindi risposto che avremmo acconsentito a dilazionare il debito in rate da 10.000 euro al mese con chiusura del contenzioso in essere. A questa nostra disponibilità non c’è stato riscontro.

Sulle conclusioni finali della lettera “Noi desideriamo solo continuare a poter svolgere la nostra attività politica” ricordo che il Partito Radicale ha di fatto sospesa l’attività politica per almeno 11 anni per consentire alle associazioni costituenti di crescere. Alla luce dei fatti si è rivelato un indubbio investimento improduttivo, ma eravamo convinti che andava fatto e lo abbiamo fatto. Con la stessa determinazione faremo quel che c’è da fare.

Affinché non ci siano equivoci: al Partito Radicale poteva e si può iscrivere chiunque e nessuno poteva né può essere espulso. Il Partito radicale terrà il proprio congresso il 5, 6 e 7 luglio a Roma presso l’Auditorium Antonianum sito in Viale Manzoni 1. Sarà l’occasione per alzare tutte le nostre bandiere e rilanciare le lotte del Partito Radicale. 

A presto,
Maurizio Turco
rappresentante legale del Partito Radicale e della Lista Pannella