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2017 09 25 * medium.com/notizie-radicali * Un attacco all’Associazione o non invece un tradimento delle volontà di Luca Coscioni?

Gianfranco Spadaccia nella risposta del 25 agosto alla lettera della Presidenza del Partito Radicale ha voluto inserire il seguente P.S.:
“Nessun odio nei confronti di Turco. Con lui mi sono fortemente incazzato quando ha sferrato un attacco grave alla Associazione Luca Coscioni, alla sua stessa esistenza e alla legittimità del suo operato ma, come avevo auspicato, sono stati poi i fatti a dare una risposta a quell’attacco in termini di aumento delle iscrizioni, del numero dei sostenitori, di autofinanziamento e perfino in termini di adesioni al cinque per mille oltre naturalmente alle iniziative che con successo l’ALC è riuscita a sviluppare. Per comprendere chi mette in giro il virus dell’odio forse converrebbe mettere a confronto le mie parole per quanto appassionate con altri testi di recente diffusione e di altra paternità.”

Quanto scritto da Spadaccia ha bisogno di chiarimento, l’enunciazione di una incazzatura non rende l’idea di quali siano state le parole pronunciate da Spadaccia in un Congresso dell’Associazione Luca Coscioni:
“Io spero che i fatti ricaccino nella gola di Maurizio Turco questa gravissima accusa implicita, che implicitamente ci viene rivolta. Però fin d’ora dico che, se qualche irregolarità, perché nel paese delle illegalità tutto può accadere, dovesse venire fuori, nessuno si azzardi a dire che io sono fuori e sono vittima. E devo dire che, se c’è una cosa vergognosa in tutto questo, è che questa vicenda viene tirata fuori dopo sei anni di utilizzazione.”

E quale sarebbe la gravissima accusa implicita? (1)
Anche se i seguenti fatti non sono dirimenti, ricordo per l’ennesima volta:
a) Intervenni a distanza di sei anni. Perché? Perché l’Associazione Anticlericale.net, aveva presentato richiesta di Iscrizione nel Registro delle Associazioni di Promozione Sociale (identico registro al quale è iscritta l’Associazione Luca Coscioni) e gli era stata respinta dal Ministero, quindi anticlericale.net aveva fatto ricorso al TAR che confermava la decisione del Ministero sulla base del fatto che:
- anticlericale.net era costituente del Partito Radicale la cui matrice politica si rilevava dalle sue attività e pertanto non poteva essere iscritta nel registro delle associazioni di promozione sociale perché a queste ultime è preclusa l’attività politica;
- anticlericale.net non aveva “una sede operativa con struttura di ufficio organizzata in ciascuna delle cinque regioni e venti province, a nulla valendo la residenza dei singoli associati”.
b) Chiesi allora ai dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni informazioni sulla procedura seguita e sui documenti inviati per l’iscrizione al Registro stesso: per la pura e semplice ragione che mentre l’Associazione Luca Coscioni aveva perfezionato la richiesta, ero il Tesoriere (dell’Associazione Coscioni); e ritenendo le risposte ricevute (da parte dei dirigenti della Associazione Luca Coscioni) vaghe e non esaustive, feci un accesso agli atti che fece andare su tutte le furie i dirigenti dell’Associazione.
c) Vidi un Verbale di una riunione di Consiglio Generale della Associazione Luca Coscioni con il quale si era (ça va sans dire: lievemente) modificato lo Statuto dell’associazione alla quale non avevo partecipato perché non invitato, quindi mai convocato, convocazioni che sino alla riunione precedente sottoscrivevo con il segretario Cappato. Inoltre vidi un documentato con le venti sedi effettive che erano le residenze di compagne e compagni.
d) Nel Congresso successivo (che avrebbe dovuto essere -per il Ministero- di perfezionamento e approvazione delle modifiche statutarie -apportate da un CG mai convocato-, per l’iscrizione al Registro delle APS, nessuno accennò al fatto che l’Associazione Luca Coscioni aveva presentato, completato il percorso di iscrizione al Registro e che di lì a poco, attuata quella trasformazione, le avrebbe permesso di poter ottenere benefici fiscali, il 5 per mille, personale del servizio civile, ecc..;

E’ invece dirimente il fatto che Spadaccia quei fatti non li abbia voluti conoscere, quelle carte non le abbia volute leggere ma, in un primo tempo abbia sperato che i fatti avrebbero ricacciato nella mia gola quei fatti e quelle carte, mentre oggi a quei fatti e quelle carte contrappone l’aumento delle iscrizioni, del numero dei sostenitori, di autofinanziamento e perfino in termini di adesioni al cinque per mille oltre naturalmente alle iniziative che con successo l’ALC è riuscita a sviluppare.

Se dovessimo valutare tutto questo nell’ottica dei mezzi che prefigurano i fini, è evidente che questi mezzi sono contraddittori rispetto ai fini che si proclama(va)no.

E mentre mi dovrei ricacciare in gola quei fatti e quelle carte Spadaccia non ha emesso suono il 19 febbraio dello scorso anno quando nel corso del Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni c’è stato un “momento” congressuale (si, proprio così, un Congresso vero e proprio) durato 5 minuti e 35 secondi, convocato mettendo un annuncio sul sito dell’associazione, congresso durante il quale si è (lievemente) modificato lo statuto.

Chi non ha voluto vedere quei fatti, leggere quelle carte lo ha fatto per una ragione di partito. In senso lato, è Spadaccia che alcuni giorni fa ha scritto su facebook che lui “non si rassegna alla liquidazione della sua storia, che probabilmente Marco Pannella con le sue scelte ha non solo messo nel conto ma ne ha addirittura creato le premesse.” Per quel che ne so, e su questo ne so più di lui, la liquidazione della storia personale di Spadaccia o di chiunque altro non era nemmeno nello sprofondo dei pensieri di Marco.
Ma se proprio vuole ascoltare dalla viva voce di Marco cosa ne pensasse a proposito, può riascoltarlo accedendo all’archivio di Radio Radicale. L’anno è il 1991, pochi mesi prima che Spadaccia scrivesse “Sono convinto che, almeno per quanto mi riguarda, non esistono le condizioni soggettive (personali e interpersonali) e oggettive (di praticabilità della lotta politica), perché un impegno politico sia produttivo e non illusorio. Mi dimetto da tutto.”

Successivamente è riapparso con l’arrivo di Luca Coscioni.
Luca Coscioni che il 2 ottobre 2005, sollecitato in una riunione proprio del 2 ottobre 2005 a cambiare status alla Associazione che portava il suo nome, scriveva rispondendo a quella proposta:
Io voglio che l’Associazione sia una associazione solo Politica. Non voglio la fondazione ONLUS. Perché prima del Congresso dell’Associazione dobbiamo decidere insieme al Segretario cosa fare della stessa e la opzione ONLUS non mi trova d’accordo.
Io non trovo la necessità di questa separazione, perché i contenuti sono politici. Perché non (è) la ONLUS che deve dare “esecuzione” ai contenuti politici: per es. il progetto libertà di parola deve essere realizzato dalle Regioni e non dall’Associazione Coscioni.
La Associazione nasce come soggetto politico e così deve morire.
Luca

La proposta avanzata di cambiare lo Status della Associazione a fronte della chiara, netta, inequivocabile volontà di Luca è stata ritirata con il seguente messaggio:
“Nella mia idea, di disporre di una onlus (o fondazione) affianco al soggetto politico avrebbe potuto essere una via da esplorare per disporre di benefici ad oggi preclusi. I benefici possono essere ad esempio di natura fiscale, oppure nel disporre di personale del servizio civile (…) Mi rendo conto che questa proposta contiene delle ambiguità e dei rischi. Pur essendo a mio parere, dei rischi governabili, considero ritirata la mia proposta d’accordo con il fatto che l’associazione nasce come soggetto politico e così deve morire (…)

Luca sarebbe morto dopo meno di 5 mesi e dal giorno successivo si è lavorato a quella proposta di trasformazione, e quindi al tradimento delle volontà espresse da Luca.

E’ infatti vero che, per legge, le Associazioni di Promozione Sociale non possono svolgere attività politica, tant’è che non possono nemmeno essere soggetti costituenti del Partito Radicale, infatti nella sentenza del Tar citata si legge:
La circostanza che il Partito Radicale Transnazionale sia un movimento e non un Partito, nonostante la sua denominazione, non sminuisce il valore della obiezione dell’Amministrazione, poiché è l’oggetto dell’attività svolta dall’organismo che viene presa in considerazione dalla norma e non la particolare forma attraverso la quale tale attività è svolta. La norma in sostanza va interpretata nel senso che non possono essere riconosciute come Associazioni di promozione sociale gli organismi la cui attività è politica (…).

(1) Per chi fosse interessato al dettaglio dell’intera vicenda: www.maurizioturco.it/interventi/come-lassociazione-luca/